Carmelo Canale, tenente dei carabinieri, era stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Lui era stato un collaboratore di fiducia del giudice Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia in Via D’Amelio. Il 15 novembre del 2004 era stato assoltoi in primo grado, adesso l’assoluzione arriva dai giudici della corte di appello di Palermo. La procura generale, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna a dieci anni di reclusione.
Carmelo Canale, commosso, si è stretto ai propri difensori dopo aver ascoltato la sentenza della corte d’appello. “Tra due giorni – ha dichiarato – è l’anniversario della morte di Paolo Borsellino e questa sentenza di oggi è un omaggio sicuramente alla sua memoria”.
Canale venne indagato nel 1996 mentre era in servizio al Ros. Dopo una lunga sospensione il primo posto in cui è tornato a lavorare è stata la Calabria. Ex maresciallo poi divenuto tenente per meriti di servizio, Canale era, secondo il pm Massimo Russo (anche lui allievo di Borsellino alla procura di Marsala) un investigatore che godeva della fiducia e della stima di magistrati e colleghi. Russo e Canale, al processo, si sono trovati su due fronti opposti: uno sul banco dell’accusa e l’altro su quello degli imputato. Russo adesso è assessore regionale alla sanità.

Canale, ritenuto un profondo conoscitore delle cosche mafiose trapanesi, secondo l’accusa sarebbe sceso a patti con i boss mafiosi. “Dedico la mia assoluzione a Paolo Borsellino – ha replicato dal canto suo Canale – il mio pensiero oggi è andato a lui. Spero che questa sentenza possa leggersi come un riscatto per la mia onorabilità e soprattutto per l’onorabilità del procuratore Borsellino che in questo processo è stato tirato per i capelli. Questa vicenda lascia l’amaro in bocca – continua – ma io continuerò a fare il mio mestiere con assoluta diligenza”.

 

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