Latitante dal 1995, Radovan Karadzic, il 'macellaio' della Bosnia, era al primo posto tra i super-ricercati. Il Tribunale dell'Aja lo accusa anche del massacro di Srebrenica, dove furono uccisi ottomila civili

Con grande tempismo, una Serbia impegnata nel tentativo di procedere verso l'adesione all'Unione europea, presenta una carta importante: l'arresto di uno dei principali ricercati per crimini di guerra dei conflitti balcanici: Radovan Karadzic.

La presidenza di Belgrado ha annunciato l'arresto avvenuto questa sera dell'ex leader dei serbi di Bosnia.

Radovan Karadzic, accusato di genocidio, è stato arrestato "in un'operazione dei servizi di sicurezza serbi", ha annunciato l'ufficio del presidente serbo Boris Tadic. "Radovan Karadzic - precisa il comunicato - è stato localizzato e arrestato in serata".

Dopo la cattura, l'ex ricercato numero uno assieme a Ratko Mladic, "è stato trasferito davanti al giudice istruttore della corte per i crimini di guerra a Belgrado, in accordo con la legge sulla cooperazione col Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia", precisa ancora il comunicato.

L'ex leader serbo-bosniaco, assieme al suo capo militare Mladic, era ricercato da 13 anni, accusato di genocidio per i presunti crimini commessi durante la guerra di Bosnia del 1992-95. In particolare, è accusato pe ril massacro di Srebrenica, dove hanno perso la vita circa 8mila uomini a luglio 1995.

La notizia è stata accolta con soddisfazione all'Aia, dove ha sede il Tpi. "Sono stato informato dai nostri colleghi a Belgrado del brillante arresto di Radovan Kradzic", ha annunciato il procuratore capo del Tpi Serge Brammertz.

Se Karadzic verrà estradato all'Aia, sarà il 44mo accusato serbo che finisce nelle mani della corte internazionale. Tra questi anche l'ex presidente serbo Slobodan Milosevic, che è morto nel 2006 durante il processo per crimini di guerra "E' un giorno molto importante - ha continuato Brammertz - per le vittime che hanno atteso quest'arresto per oltre un decennio. E' un giorno molto importante anche per la giustizia internazionale, perché questo dimostra chiaramente che nessuno è al di sopra del potere della legge e che prima o dopo tutti i latitanti saranno portati di fronte alla giustizia".

Oltre a Karadzic e Mladic, il Tpi ricerca anche l'ex leader dei serbi di Krajina Goran Hadzic. L'Unione europea ha legato, tra l'altro, le possibilità di Belgrado di procedere sulla via dell'integrazione europea alla collaborazione col Tpi nella caccia ai ricercati.

LA MOGLIE

La notizia dell'arresto di Radovan Karadzic è arrivata per telefono alla moglie del superlatitante dei Balcani, Ljiliana. "Quando il telefono ha squillato", ha raccontato la donna dalla casa di Pale, vicino a Sarajevo, "ho capito che qualcosa non andava. Ero scioccata, confusa. Ma almeno ora sappiamo che è vivo". Ljiljana è stata informata dalla figlia Sonja dell'arresto del marito.

 

Fonte

 

 

Chi è Radovan Karadzic

 

Radovan Karadzic era insieme a Ratko Mladic e Slobodan Milosevic la figura simbolo delle brutalità commesse durante le guerre balcaniche. Incriminato per genocidio e crimini di guerra, aveva sulla propria testa una taglia di 5 milioni di dollari messa dal governo degli Stati Uniti.

 

Nato a Petnjica, nel nord del Montenegro da un padre che aveva fatto parte dei Cetnici, il gruppo monarchico jugoslavo che combatteva contro la resistenza partigiana comunista di Tito, si trasferì a Sarajevo, in Bosnia Erzegovina, per studiare di psichiatria. Amante della poesia, si avvicinò allo scrittore nazionalista serbo Dobrica che lo incoraggiò a intraprendere la carriera politica.

 

Nel 1989 fu tra i protagonisti della fondazione in Bosnia Erzegovina del Partito Democratico Serbo (Srpska Demokratska Stranka) che si proponeva di proteggere e rafforzare gli interessi dei Serbi di Bosnia Erzegovina. Il 3 marzo 1992 un referendum cui avevano partecipato solo i Croato-Bosniaci e i Bosniaci Musulmani (mentre era stato boicottato dai Serbi di Bosnia), sancì l'indipendenza della Repubblica dalla Jugoslavia. Poco più di un mese dopo la Bosnia Erzegovina venne riconosciuta dall'Onu come uno stato indipendente e sovrano, ma i Serbi di Bosnia non riconobbero il nuovo stato e proclamarono la nascita nei territori a prevalenza serba della Repubblica Serba (Republika Srpska), di cui Karadzic divenne presidente.

 

È accusato di aver ordinato la 'pulizia etnica' di popolazioni bosniache e croate. Dal 1996 è ricercato per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per i Crimini nella Ex-Jugoslavia. L'Interpol ha emesso contro di lui un mandato per crimini contro l'umanità, la vita e la salute pubblica, genocidio, gravi violazioni delle convenzioni di Ginevra del 1949, omicidio e violazioni delle delle norme e delle convenzioni di guerra. L'incriminazione.
In sua difesa, i suoi sostenitori affermano che non ha colpe più gravi di quelle commesse da altri leader di Paesi in stato di guerra.

 

La sua capacità di evadere la cattura per otto anni ha fatto di lui un eroe popolare in alcuni ambienti nazionalisti serbi. Nel 2001 centinaia di suoi sostenitori hanno manifestato in sua difesa nella sua città natale. Nel novembre del 2004 corpi militari britannici fallirono un'operazione militare organizzata per la cattura sua e di altri sospettati. Nel marzo del 2003 la madre, Jovanka, lo invitò pubblicamente a non arrendersi, ma nel 2005 i leader serbo-bosniaci lo invitarono ad arrendersi e meno di un mese fa sua moglie Liljana Zelen si è unita al coro, chiedendogli di consegnarsi.