Bonino e Pannella si associano all'iniziativa di Marco Beltrandi per la mancata elezione del presidente

 

ROMA - Il gruppo dei parlamentari Radicali del Parlamento italiano e del Parlamento europeo - composto da Rita Bernardini, Emma Bonino, Marco Cappato, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Meccacci, Marco Pannella, Marco Perduca, Maurizio Turcosi - si è aggiunto al deputato Marco Beltrandi nell'occupazione a tempo indeterminato della Commissione di vigilanza sulla Rai che Beltrandi porta avanti dal 24 luglio.

I parlamentari radicali, in una nota, spiegano che si tratta di una «azione dovuta di supplenza politica ed istituzionale, per interrompere la vera e propria flagranza nella quale il Parlamento italiano si trova contro i suoi obblighi costituzionali, o di rilevanza costituzionale, per la mancata costituzione della Commissione di vigilanza».

L'OCCUPAZIONE - Sostanzialmente la mobilitazione radicale è dovuta alla decisione del Pdl di non presentarsi alle riunioni della commissione rendendo di fatto impossibile la nomina del nuovo presidente e l'entrata in funzione dell'organismo che sovrintende sul servizio televisivo pubblico. La Vigilanza è presieduta per prassi da un esponente dell'opposizione e Pd e Idv hanno optato per Leoluca Orlando. Ma il nome dell'ex sindaco di Palermo è inviso al centrodestra che ha chiesto più volte ai gruppi di minoranza di fare marcia indietro e di proporre una candidatura alternativa. Cosa che democratici e dipietristi si guardano bene dal fare. Ma non c'è solo la questione Rai alla base della mobilitazione dei pannelliani: i radicali chiedono infatti anche la nomina del giudice ancora mancante per raggiungere il plenum della Corte costituzionale. Per argomentare le ragioni della loro azione dimostrativa, gli occupanti hanno anche convocato una conferenza stampa, per la tarda mattinata di lunedì, proprio negli uffici di Palazzo San Macuto, che ospita la Vigilanza.

LE ADESIONI - L'iniziativa dei Radicali ha raccolto il consenso di esponenti di altre forze politiche, in particolare del centrosinistra e dell'Italia dei Valori. Il capogruppo dei dipietristi, Massimo Donadi, punta il dito contro il Pdl, accusando di «scarso senso delle istituzioni» e di «incredibile arroganza» una maggioranza «che non solo vuole occupare tutto il potere possibile ma ha anche la pretesa di scegliere i nomi dei candidati che spettano all’opposizione». Dal Pd arriva la solidarietà di molti parlamentari, tra cui Giovanna Melandri («siamo di fronte ad un grave sgarbo alle istituzioni»), Gianni Cuperlo («battaglia giusta, che riguarda un punto fondamentale per la democrazia nel nostro Paese»), Furio Colombo («mi auguro che si estenda anche ad altri parlamentari»), Enrico Gasbarra («è necessaria una svolta democratica contro chi vuole dettare regole e assetti per tutelare interessi di parte»), Vincenzo Vita («c'è una vacatio indecorosa che lede uno dei piedistalli del sistema delle garanzie sull'informazione»).

IL PDL NON ARRETRA - Sul fronte opposto, il Pdl ribadisce la linea del no e critica la mossa di Pannella e Bonino: «Sceneggiate di questo tipo - dice Giorgio Lainati - non servono a nulla poichè abbiamo detto e ripetuto che la candidatura Orlando alla presidenza della Vigilanza è inaccettabile. Del resto lo stesso Orlando si è autoescluso avendo accettato e condiviso in pieno la linea del suo capo Di Pietro, fatta di volgarità inammissibili e di istigazione alla violenza politica nei nostri confronti». E Maurizio Lupi: «È impensabile che il Presidente di un organo di garanzia possa essere il rappresentante di un partito che ogni giorno attacca le istituzioni, dal Presidente della Repubblica al Santo Padre, e che usa un linguaggio rozzo e provocatorio, invocando il ritorno alla "mazza". Restiamo però disponibili, come abbiamo sempre ribadito, a confrontarci su altre ipotesi di candidatura».

 

Fonte