Tragedia sulla seconda montagna più alta del mondo nel Karakorum. Disperso il capo spedizione olandese, morti un serbo e un coreano. Bivacco notturno a oltre 8.300 metri

 

ROMA - Tragedia della montagna in Pakistan, nella catena del Karakorum.

Sono almeno nove (ma secondo altre fonti sono 14) gli alpinisti morti e dispersi in una drammatica scalata al K2, la seconda montagna più alta del mondo (8.611 metri) di cui lo scorso 31 luglio si è festeggiato il 54° anniversario della prima ascesa da parte di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli durante la spedizione del 1954 guidata da Ardito Desio. Il dramma è avvenuto in parte sabato mattina, quando gli scalatori, dopo essere rimasti bloccati venerdì sera, hanno intrapreso una pericolosissima discesa senza le corde fisse piazzate sul Collo di bottiglia a oltre 8.200 metri e sul traverso, travolte dalla caduta di un seracco.

CONFORTOLA - Tra gli scalatori c'era anche il forte alpinista valtellinese Marco Confortola, 37 anni, di cui si è temuto per la sua vita fino a sabato pomeriggio. «Marco è arrivato al campo 4. Sta prendendo ossigeno e farmaci», ha assicurato Mario Panzeri dal campo base del K2. Non ce l'hanno fatta invece, secondo quanto si apprende dal sito internet Montagna.tv, altri nove o forse 14 alpinisti. Confortola è provato dal freddo e dalla fatica. Con lui ci sono due sherpa che lo stanno curando. Anche il capo della spedizione olandese Wilco Van Rooijen si sono perse le tracce. «Pare che altri tre coreani siano bloccati in quota, congelati dal ginocchio in giù», ha detto Roberto Manni, che era in cordata con Confortola ma aveva abbandonato la salita per problemi fisici. «Uno dei soccorritori, forse uno sherpa, è precipitato insieme all’alpinista che stava salvando. È peggio di un bollettino di guerra».

IN TENDA - «Marco è in tenda», racconta Agostino Da Polenza, presidente del comitato Everest-K2-Cnr. «Gli sherpa lo stanno curando con ossigeno e farmaci. Per il momento resta lì, anche perché i soccorritori stanno tentando di recuperare le altre persone disperse sulla montagna. Siamo contenti per Marco, ma anche molto amareggiati per quanto sta accadendo lassù. La situazione è spaventosa, pare ci siano nove tra morti e dispersi».

NOTTE NELLA NEVE A 8.300 METRI - Venerdì durante la salita sono morte due persone, un alpinista serbo e uno coreano. Poi la caduta del seracco che ha bloccato tutti. «Stiamo bene», aveva comunicato Confortola alle 5,30 di sabato mattina dopo essere giunto in vetta alle 20. «È arrivato il sole, ma fa molto freddo. Non ci siamo mossi, non potevamo scendere, sotto di noi c'era il vuoto». «Marco mi ha detto che aveva scavato un buco nella neve», ha raccontato Da Polenza. «Credo che avesse già superato il traverso, ma si trovava ancora sopra il Collo di bottiglia». Ad aggravare la già difficile situazione sul K2, ha contribuito il nuovo incidente accaduto sabato mattina sul Collo di bottiglia dove un alpinista si è fratturato un braccio o una gamba a causa di una brutta caduta.

K2 MICIDIALE - Il K2 è uno degli ottomila (sono 14 in tutto) più difficile, molto di più dell'Everest, riservato ad alpinisti molto esperti e non alle spedizioni commerciali. Lo dimostra anche il numero degli scalatori: oltre 3 mila sull'Everest dal 1953, meno di 300 sul K2. Sulla principale vetta del Karakorum la percentuale di vittime è altissima: circa il 27% degli alpinisti che hanno tentato la scalata sono morti, contro il 9% dell'Everest.

 

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