È l'Italia di Berlusconi quella che sta emergendo, impietosa, dalla necessità delle ordinanze.

 I senza fissa dimora identificati in un solo giorno a Milano sono 2.412: gente che per trovare cibo rovista nei cassonetti sporchi, accattoni che chiedono l'elemosina e i fortunati che hanno trovato un lavoro vendendo merce per strada. Ora basta. Ora è iniziata la guerra ai poveri. E l'ha cominciata Alemanno progettando un provvedimento «anti-rovistaggio» nei cassonetti. Certo fa schifo a vedersi ed è vero che i romani sono abituati da qualche anno a queste scene, ma dietro questa scena che fa schifo c'è la realtà che paventava ieri Sant'Egidio.

«Attento Alemanno - ha detto il portavoce della comunità Mario Marazziti - . Se non si potrà più rovistare nei cassonetti, come ha annunciato il sindaco di Roma, mi auguro si trovi comunque il modo di offrire da mangiare a chi non ne ha». Maroni le aveva definite ordinanze creative, si stanno rivelando ordinanze contro la povertà. «Capisco la giusta preoccupazione per la tutela della salute e dell'igiene delle persone - avverte don Ciotti - ma chi rovista nei cassonetti per mangiare deve avere opportunità per vivere». «Ho visto anziani ed insospettabili aspettare la chiusura del mercato per racimolare qualcosa negli scarti. C'è gente che non ce la fa e non è solo il popolo della strada. È giusto - continua il prete che ha fondato il Gruppo Abele - avere attenzione per la salute. Nei cassonetti, infatti, c'è di tutto. Ma vanno anche create le opportunità per una condizione di vita dignitosa, come ad esempio le mense, oggi insufficienti. Bisogna creare politiche ed interventi di sostegno per chi è in difficoltà».

Se dietro i superpoteri a sindaci c'era un disegno ora quel disegno è chiaro. Nel mirino non c'è la sicurezza dei cittadini, ma lavavetri, mendicanti, zingari, vu cumprà e prostitute. Dice Alemanno. «Abbiamo già fatto le ordinanze antibivacco e antiborsone. Ora dobbiamo fare altre due ordinanze: una contro la mendicità molesta (sono inclusi i lavavetri) e la seconda sarà, probabilmente, contro il commercio abusivo. Per far capire che Roma non è uno spazio di degrado o un luogo in cui ciascuno può fare quello che vuole. La prostituzione è a parte, quello è un aspetto più complicato».

Un mondo alla rovescia. E ci sarebbe da prenderla a giocare se non fosse cosa serissima. Meglio nasconderla la povertà. Ovunque, anche nella città del Poverello. Anche lì. Assisi, dove nel 2006 ha vinto Forza Italia, una settimana fa il sindaco Claudio Ricci ha vietato accattonaggio e nomadismo, «per salvaguardare i luoghi di culto e la decenza». Scrive testuale l'Ansa, del 28 luglio: «I frati del Sacro convento francescano non avevano nascosto il proprio assenso, anche perché molti dei tantissimi turisti che visitano la basilica e la tomba di San Francesco avevano manifestato il loro disagio a trovare mendicanti vicino ai luoghi sacri di Assisi. "Francesco mendicava, ma come estrema ratio se non trovava sostentamento lavorando"».

Dal divieto di bere fuori dai locali (a Monza), ai premi produzione per i vigili urbani che trovano i clandestini (succede ad Adro in provincia di Brescia), ai corsi «da delatori» per i cittadini, si chiamano in realtà «osservatori ausiliari civici» (a Boltiere vicino Bergamo). Queste sono tutte ordinanze già operative. Ora che c'è l'imprimatur del ministro dell'Interno la fantasia si scatena ma guarda sempre lì, nella stessa direzione. Alassio ha adottato l'ordinanza anti-borsone. Cosa vuol dire? Che è vietato girare con grandi borsoni, ma solo se sei straniero e dentro hai chiaramente merce da vendere. Verona, sindaco leghista Tosi, si sta concentrando sulle prostitute ma intanto vieta l'accattonaggio e dispone la confisca dei beni al poverello con multa da 100 euro. Accattonaggio e lavavetri vietati anche a Trieste e Padova; niente questuanti a Cortina d'Ampezzo. Via i vu cumprà da Pescara e Torino ha aperto una nuova stagione: sono bastati 20 alpini a far sparire tutti gli stranieri da «tossic parck». La guerra ai poveri è però anche a sinistra. No a bivacco, elemosina e lavavetri - ma anche ai borsoni - a Venezia, Firenze e Bologna.


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