Tra i rom di Tor de´ Cenci con assessore, prefetto e Mantovano. E sul campo è polemica

di Paolo G.Brera
IN MISE RIGOROSAMENTE CASUAL - jeans e camicia adatti all´occasione - il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna ha visitato ieri il campo nomadi di Tor de´ Cenci, la «bomba a orologeria» che l´assessore alle Politiche sociali del Campidoglio, Sveva Belviso, vorrebbe «chiudere subito». «Non ero mai stata in un campo nomadi, sapevo che un´esperienza come questa avrebbe lasciato il segno - dice in una pausa del tour con visita guidata - ma volevo vedere in che condizioni disperate vivono, e sono inaccettabili. Penso ai bambini, ai minori che sono le vere vittime del disagio. Sono qui per aiutarli».

I bambini, mentre cammina accompagnata dal prefetto Carlo Mosca, dal sottosegretario all´Interno Alfredo Mantovano e dall´assessore Belviso, la applaudono e fanno il coro: «Italia Unooo!». Lei oltrepassa rigagnoli maleodoranti con piede leggero, s´infila in due baracche disastrate, si fa fotografare abbracciata ai suoi piccoli fan e promette: «Ho un fondo per le pari opportunità e lo voglio utilizzare per tutte le disparità, anche per i minori e gli adulti extracomunitari».

Aiutarli? «Non qui. Questo campo - dice Belviso - è ricco di criminalità, dallo spaccio al traffico d´armi. È nostra ferma volontà chiuderlo. Sono 350 persone, metà hanno precedenti penali e gli altri non possono restare: bonificarlo e attrezzarlo costa, abbiamo proposto al prefetto un paio di soluzioni che salvaguardano la scolarizzazione».

Chiusura e trasferimento? «Campi come questo sono da ristrutturare radicalmente e non da chiudere», dice però Mantovano, consigliere del sindaco su immigrazione e sicurezza. Allora si resta e si migliora? «È prematuro, decideremo a fine censimento - dice il prefetto, che al portavoce Halid Omerovic ha chiesto di fare insieme una coop per ripulire il campo - e faremo una ricognizione di necessità e problemi, dobbiamo entrambi imparare a fidarci e a rispettare le regole».

Se le opinioni paiono inconciliabili, «in materia di sicurezza - assicura Mosca - bisogna consentire a tutti i livelli di governo di fare qualcosa: l´importante è farlo insieme per raggiungere l´obiettivo in modo unitario. Ognuno, per la parte di sua competenza, deve svolgere il proprio ruolo».