All'inizio di agosto la moglie del calciatore aveva denunciato la scomparsa. La figlia: «Non è un santo, ma gli vogliamo bene». Massimo Pisnoli ucciso con due colpi di fucile da caccia

 

ROMA - Un movente passionale o un regolamento di conti: sono le due piste che la Procura di Latina sta seguendo per risolvere l'omicidio di Massimo Pisnoli, suocero del calciatore della Roma e della Nazionale, Daniele De Rossi.

Il cadavere di Pisnoli, 48 anni, è stato ritrovato lunedì ad Aprila in avanzato stato di decomposizione. Nella mattinata di giovedì, i familiari hanno effettuato il riconoscimento ufficiale del corpo nel cimitero di Latina.

LE INDAGINI - In un primo tempo gli investigatori avrebbero concentrato le indagini sulla pista passionale, attraverso la ricostruzione delle abitudini della vittima. Tuttavia, man mano che passa il tempo, sembra che il movente più probabile sia la vendetta per uno sgarro. Pisnoli aveva avuto ripetuti guai con la giustizia e nell'89 era anche sfuggito a un agguato. L'indagine è affidata alla procura della Repubblica di Latina e viene seguita dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, che potrebbe acquisire nei prossimi giorni la titolarità dell' inchiesta.

L'OMICIDIO - Secondo la ricostruzione fatta anche grazie all'autopsia, sembra che Pisnoli sia stato colpito con due proiettili: uno esploso alle spalle e l'altro in bocca, sfigurandone il volto. L'arma è un fucile da caccia caricato con munizioni «a pallini», usate di solito per la caccia ai tordi. Un elemento «anomalo» se si ipotizza uno «sgarro». Il colpo sparato in bocca farebbe pensare ad una esecuzione. Sembra che l'uomo sia stato ucciso nel luogo di ritrovamento, vicino alla stazione ferroviaria di Campoleone, nei pressi di Aprilia. A denunciarne la scomparsa, i primi di agosto, è stata la figlia Tamara, moglie del calciatore De Rossi.

«NON È UN SANTO. GLI VOGLIAMO BENE» - «Non ci vergogniamo di niente. È mio padre e gli vogliamo bene». Così Tamara Pisnoli, moglie di De Rossi, ha commentato ai microfoni del TG1 la morte del padre. «Abbiamo sempre cercato di cambiarlo per quello che potevano però non ci siamo mai riusciti. È vero che non è un santo, perchè non lo è mai stato, però non è vero assolutamente quello che hanno detto su di lui: estorsioni, droga» ha aggiunto la ragazza. Anche il legale della famiglia Pisnoli ha rilasciato una dichiarazione per precisare la situazione, diffidando «dal pubblicare notizie relative all'indagine in corso sulla morte di Massimo Pisnoli».


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