Giovanardi in campo il 29 agosto contro le stragi: droga e alcol causano circa il 30% degli incidenti che accadono nelle ore notturne e nei weekend. Ne restano vittime ogni anno quasi 2mila persone

 

Roma - DOPO quella a chi guida ubriaco, ora è caccia a chi guida sotto l’effetto di stupefacenti.

Il mix causa centinaia di vittime all’anno, ma solo l’alcol attualmente è nel mirino delle pattuglie stradali che vigilano sul popolo della notte. Per la droga mancano strumenti tecnologici e legislativi adeguati a combatterla.

Il sottosegretario Carlo Giovanardi però non si è dato per vinto. E dopo avere ingaggiato, con buoni successi, una strenua battaglia contro l’alcol, ora si rivolge al fronte degli stupefacenti. Dalla mezzanotte di venerdì 29 alle 8 di sabato 30 agosto guiderà una squadra di medici e infermieri, a bordo di un’unità mobile, accompagnandola a uno dei posti di blocco organizzati dalle forze dell’ordine nel weekend, per effettuare test tossicologici e clinici allo scopo di stabilire se il guidatore fermato ha fatto uso di droghe. Il ritiro della patente è assicurato, se l’esito è positivo.

L’INIZIATIVA è sperimentale e si affianca all’altra novità prevista per l’autunno a Foggia, Verona, Cagliari e Perugia dove sarà obbligatorio il test antidroga per chi chiede il patentino o la patente, e al protocollo, inviato a fine luglio alla conferenza Stato-Regioni, che dichiara legge i test obbligatori per tutti i lavoratori a rischio, come autisti di pullman e piloti di aereo.

Gli esami sono in primo luogo quello della saliva e dell’urina, che non richiede assenso del controllato, e poi quello del sangue (dove serve il conserso informato). Una novità, quella dei test su strada, a cui si pensa da tempo — e già sperimentata in alcuni territori — ma che ha trovato una accelerazione dopo la tragedia di Anzio: il ventenne imbottito di cocaina, che ha travolto e ucciso la ragazza incinta, era stato fermato due ore prima, ma sottoposto solo al test etilico. «Tragedie evitabili — sostiene Giovanardi — se doteremo le forze dell’ordine di migliori metodi per poter accertare immediatamente, oltre all’alcol, anche la presenza di droghe nei guidatori».

ALLO STATO attuale, infatti, le forze dell’ordine possono accertare direttamente sulla strada solo la presenza di alcol, con alcolimetri omologati, ma non è possibile altrettanto facilmente determinare sul posto se un guidatore abbia assunto droghe. Per avere certezze, attualmente la polizia dovrebbe trasportare il guidatore in ospedale, con difficoltà logistiche e spreco di tempo.

Totale l’assenso del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli: «Alle emergenze si deve rispondere con provvedimenti conseguenziali — ha detto —. E’ apprezzabile quindi l’iniziativa del sottosegretario Giovanardi. Lo Stato deve fare tutto quanto è possibile per prevenire ed evitare tragedie come quella della giovane di Anzio. Mi auguro che da sperimentali i controlli antidroga possano diventare ordinari, al pari di quelli effettuati per accertare l’assunzione di alcol».

di Dario C. Nicoli

 

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