A San Donato un giovane brasiliano ha esploso un intero caricatore contro due donne, madre e figlia, uccidendo la più anziana. L'uomo si è barricato in casa e alla vista dei carabinieri si è suicidato

 

MILANO - Liti condominiali per cause quotidiane, come il troppo rumore e piccoli dispetti: sarebbero queste, agghiaccianti nella loro quotidianità, le cause della tragedia avvenuta mercoledì pomeriggio a San Donato, un tentato duplice omicidio seguito da un suicidio.

Una vicenda che ricorda il caso di Erba: anche qui persone normali, apparentemente tranquille, appartamenti uno sopra l'altro, una lunga storia di litigi e piccoli dispetti ma nulla che possa far prevedere sviluppi così tragici.

CONTINUI DISPETTI - Vittime della follia, colpite sul pianerottolo sotto casa in uno stabile di via Di Vittorio, sono Tilde Casarini, 74 anni, e sua figlia Sabrina, 45, che era passata a trovare la mamma, che nella sera di mercoledì è deceduta per i colpi ricevfuti. La terza vittima è lo stesso sparatore, un brasiliano di 30 anni, Wesley Pessoa De Sousa. Per lui non c'è più nulla da fare: dopo aver sparato alle due donne ha rivolto l'arma contro se stesso, uccidendosi. E' probabile che all'origine di tutto ci siano state le numerose liti tra la signora Tilde, che abita al primo piano, e il brasiliano, che viveva al piano terra. Secondo quanto hanno riferito i vicini, l'uomo era solito fare alla donna dei dispetti, come quello di staccarle la corrente disattivando il contatore. Ed è ciò che ha fatto anche mercoledì pomeriggio, secondo quanto ha riferito la colf.
ERA SCESA A PROTESTARE - Intorno alle 15, quando è andata via la corrente elettrica, la signora ha deciso di scendere nel sottoscala per riattivarla. È probabile che a quel punto abbia anche bussato alla porta di Pessoa De Sousa per lamentarsi. Non poteva immaginare la reazione folle dell'uomo, che ha afferrato una pistola e ha fatto fuoco. Sabrina, che passa spesso all'ora di pranzo a trovare la mamma, non vedendola tornare ha deciso di scendere: l'uomo ha sparato anche a lei, svuotando l'intero caricatore. A dare l'allarme al 118 sono stati altri condomini, impauriti per gli spari. All'arrivo dei carabinieri, l'uomo si è barricato in casa e con la stessa pistola si è ucciso, con un colpo alla testa.
ARMA NON DENUNCIATA - Secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri della locale Compagnia, i rapporti tra i tre si erano logorati da tempo. Dalle prime informazioni si apprende che l'uomo ha sparato con un'arma detenuta illegalmente, una pistola con matricola abrasa che ha esploso diversi colpi calibro 7,65. Dalle verifiche effettuate dai carabinieri, non risulta che l'uomo avesse precedenti penali; si trovava in Italia con un permesso di soggiorno regolare. L'autopsia chiarirà anche se l'uomo fosse sotto l'effetto di alcol e droghe.