Tornano i voti in pagella. E le classi elementari saranno presto riconsegnate al maestro unico. Per il futuro la scuola italiana si affida al passato.

Nell'immediato, da settembre, accanto ai giudizi ricomparirà la tradizionale classificazione numerica, in tutte le materie. Un'altra novità allo studio riguarda i libri di testo: potrebbe scattare il blocco che impedirà variazioni per almeno cinque anni, «al fine di rendere efficace la lotta al fenomeno del caro-libri».
Il titolare dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha messo a segno il blitz durante il Consiglio dei ministri che ieri ha dato il via libera al decreto legge annunciato nei giorni scorsi. Provvedimento che rimette in pista anche il voto in condotta, rendendolo determinante per la promozione, e rafforza lo studio dell'educazione civica (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Misure già contenute nel disegno di legge, presentato dalla stessa Gelmini e approvato dal Governo lo scorso 1° agosto. Ma l'imminente avvio del nuovo anno scolastico e l'incertezza sui tempi dell'iter parlamentare avranno convinto il ministro a chiedere, e ottenere, la corsia preferenziale della decretazione d'urgenza.
Il ritorno della valutazione attraverso i voti e il mantenimento dei libri di testo per almeno cinque anni erano stati invocati venerdì scorso in una lettera al «Corriere della Sera» direttamente dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Che non si sia trattato di una coincidenza lo ha chiarito la stessa Gelmini: «Esprimo tutta la mia soddisfazione per il fatto che, durante l'esame del decreto legge, sono state accolte le proposte della sottoscritta e, soprattutto, del ministro Tremonti».
Con le decisione del Governo ratificate ieri si arricchisce il quadro delle novità con le quali dovranno confrontarsi studenti e genitori a partire dal nuovo anno scolastico: patto di corresponsabilità tra scuole e famiglie; tetto di spesa e nuovi criteri di scelta per i libri di testo per tutti i cinque anni delle superiori; voto in condotta e in tutte le materie; carta dello studente distribuita nelle superiori; Educazione civica.
Il decreto approvato ieri contiene anche disposizioni sul valore abilitante della laurea in Scienze della formazione primaria e che limitano ai soli laureati in medicina e chirurgia l'accesso alle scuole di specializzazione mediche.

Voti e giudizi per tutti
Con il ritorno ai numeri il ministero vuole centrare l'obiettivo di una maggiore chiarezza comunicativa, soprattutto nei confronti delle famiglie.
Il voto nelle varie discipline non cancellerà il giudizio: «A partire dal 2008/2009 – spiega il comunicato diffuso da Palazzo Chigi – nella scuola primaria la valutazione delle singole materie e del comportamento degli studenti sarà espressa in decimi e illustrata con un giudizio analitico sul comportamento complessivo». Nella secondaria di primo grado (scuola medie), invece, ci sarà soltanto il voto. Come nelle superiori, dove non è mai stato abolito.

Condotta determinante
Torna decisivo il voto in condotta. Tolleranza zero contro gli atti di bullismo che potranno essere sanzionati con il 5, che farà scattare la bocciatura. E, in ogni caso, la valutazione del comportamento concorrerà a definire la media complessiva. È solo l'ultimo tassello, in ordine di tempo, di una strategia che punta a isolare e punire i comportamenti scorretti in classe. Infatti, Gelmini, ha confermato anche le modifiche allo Statuto degli studenti, introdotte dall'ex ministro Fioroni – soprattutto in termini di sanzioni – che le scuole dovranno inserire nel regolamento di istituto. Per poi sottoporre alle famiglie la sottoscrizione del "Patto di corresponsabilità" con il quale, tra l'altro, i genitori si impegnano a risarcire i danni eventualmente provocati dai propri figli. «In condotta ho sempre avuto voti alti, nove o dieci», ha detto il ministro Gelmini, incalzata dai cronisti.

Educazione civica
Insegnamento, in via sperimentale, di "Cittadinanza e Costituzione" (inclusa nel monte ore delle aree storico-geografiche e storico-sociali), in pratica l'educazione civica riportata in primo piano nei programmi scolastici. Finalizzandola «a una presa di coscienza sui comportamenti collettivi civilmente e socialmente responsabili». L'apprendimento riguarderà anche educazione ambientale, alla salute e insegnamento dell'educazione stradale.

Maestro unico
«Per la scuola primaria tornare al maestro unico risponde a un'esigenza pedagogica. I bambini hanno bisogno di avere un punto di riferimento preciso anche fuori dalle pareti domestiche», ha affermato Gelmini.
La novità non arriverà in questo anno scolastico, ma è tra gli obiettivi prossimi del Governo. «Verrà previsto – ha annunciato il ministro – nel Piano di razionalizzazione per la scuola che sto mettendo a punto». Ma alla decisione non sembra essere estranea l'esigenza di centrare le riduzioni (per 110mila docenti in meno complessivamente) previste dalla manovra d'estate. Anche in questo caso si tratterebbe di un intervento per il quale si è dichiarato favorevole il ministro Tremonti. A dimostrazione che il continuo braccio di ferro tra Economia e Istruzione, che ha caratterizzato gli ultimi decenni, è ormai solo un ricordo.

 

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