Si riaccende il dibattito sul ddl che autorizza l'ascolto solo per reati superiori a 10 anni. Critiche dal centrosinistra. Il Pdl: "Serve una legge che blocchi questo gioco al massacro". Il leader del Pd: "Dal premier una falsa solidarietà non ispirata a principi e pensieri reali"

  

ROMA - La pubblicazione delle telefonate di Prodi su Panorama e la solidarietà mostrata da Berlusconi verso l'ex premier, subito rifiutata, riaccendono il dibattito sul tema scottante delle intercettazioni.

Le reazioni dell'opposizione. Il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni, in questi giorni a Denver, attacca direttamente Berlusconi: "La dichiarazione di solidarietà del Presidente del Consiglio a Romano Prodi è un esercizio non utile, sarebbe bastato che i giornali di sua proprietà non pubblicassero quelle intercettazioni. La sua - prosegue Veltroni - è una solidarietà evidentemente falsa e non ispirata a principi e pensieri reali".
Parole dure arrivano anche dal leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro:"A Berlusconi non interessa affatto la solidarietà da dare a Prodi, ma un preventivo viatico per poi dire: 'avete visto perche' non bisogna pubblicarle mai, le intercettazioni?".
Per il senatore del Pd ed ex procuratore capo di Milano Gerardo D'Ambrosio: ''le intercettazioni su Prodi sono state pubblicate per indurre l'opposizione ad accettare l'inaccettabile. La limitazione del campo di applicazione delle intercettazioni farebbe rinunciare alla maggior parte delle indagini sulla corruzione''. "La solidarietà di Berlusconi a Prodi è una solidarietà pelosa", come l'ha definita Fabio Mussi, ex ministro dell'Università e della Ricerca nel governo di centrosinistra. "La pubblicazione delle telefonate - ha detto Piero Fassino, ministro degli Esteri ombra - è solo un vergognoso attacco".

Il sostegno della maggioranza. Un totale appoggio alle parole di Berlusconi arriva dalla maggioranza. Per il presidente del Senato Renato Schifani: "Il Parlamento deve assumersi la responsabilità di intervenire al più presto. Serve un provvedimento legislativo che consenta la corretta pubblicazione di quelle sole intercettazioni di rilevanza penale ad inchiesta conclusa". Stessa posizione anche per Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL: "Bisogna varare una legge che blocchi realmente questo gioco al massacro". "Basta gogne mediatiche senza garanzie verso chi riveste cariche pubbliche", dichiara il ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi. "Bisogna intervenire con la forza della legge" anche per il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno: "Urge una riforma".

Il ddl. Nel giugno scorso, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge sulle intercettazioni che prevede l'autorizzazione solo per i reati superiori a 10 anni di detenzione con l'unica deroga per i reati contro la pubblica amministrazione. Ma non basta. Berlusconi chiede che il Parlamento intervenga e subito. A Prodi però non va "una legge che limiti i poteri di indagine attribuiti ai magistrati".