Un appello al "senso di responsabilità" dei Paesi d'origine per contrastare il dramma delle morti in mare di tanti migranti costretti a lasciare le proprie terre è stato fatto, questa mattina, da Benedetto XVI all'Angelus. Dopo aver auspicato "efficaci risposte politiche" da parte della comunità internazionale, il Papa ha richiamato anche le terre indigene degli immigrati

 

L'appello di oggi del Papa, dedicato all'immigrazione e alle morti in mare, è rivolto sia ai paesi europei, o comunque di destinazione dei migranti, che ai loro Paesi d'origine.

 Ma anche agli stessi clandestini, perchè diventino consapevoli "del valore della propria vita" e non la sottopongano a "gravissimi rischi". "I Paesi europei e comunque quelli meta di immigrazione - ha detto papa Ratzinger - sono, tra l'altro, chiamati a sviluppare di comune accordo iniziative e strutture sempre più adeguate alle necessità dei migranti irregolari. Questi ultimi, poi, vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti". Un appello al senso di responsabilità è stato rivolto dal Papa anche ai Paesi di origine, "non solo perché si tratta di loro concittadini, ma anche per rimuovere le cause di migrazione irregolare, come pure per stroncare, alle radici, tutte le forme di criminalità ad essa collegate".

LA COLLABORAZIONE Benedetto XVI chiede, come "Padre comune",  la "collaborazione di singoli e di istituzioni" per affrontare il problema e trovare soluzioni, ed elogia i Paesi che stanno facendo qualcosa per arginare il fenomeno: "So che molte istanze regionali, nazionali e internazionali si stanno occupando della questione della migrazione irregolare: ad esse - ha detto - va il mio plauso e il mio incoraggiamento, affinch continuino la loro meritevole azione con senso di responsabilit e spirito umanitario".
''Il male esiste e resiste in ogni generazione, anche ai nostri giorni": lo ha detto Benedetto XVI prima dell'Angelus pronunciato, questa mattina, a Castel Gandolfo. "Che cosa sono gli orrori della guerra, le violenze sugli innocenti, la miseria e l'ingiustizia che infieriscono sui deboli - si chiede il pontefice - se non l'opposizione del male al regno di Dio?" "E come rispondere a tanta malvagità se non con la forza disarmata dell'amore che vince l'odio - ha proseguito - della vita che non teme la morte? È la stessa misteriosa forza che usò Gesù - risponde il papa Ratzinger - a costo di essere incompreso e abbandonato da molti dei suoi".
 
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