a cura di Letizia Gabaglio
Come sarà la carne della "fettina" realizzata in laboratorio? Le risposte di tre esperti
Un laboratorio biotech brasiliano
MARCO RIVA
docente di Tecnologie alimentari, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Bra-Pollenzo:
"La bistecca sana e buona necessita innanzitutto di carni fresche, provenienti da allevamenti ove si pratichino tecniche di alimentazione del bestiame possibilmente naturali (ovviamente pascolo e insilati o mangimi in quantità ridotta, niente presidi farmacologici, no Ogm).

L'impiego razionale di tecnologie di controllo in fase di macellazione e porzionatura (catena del freddo, ma non congelamento, e preporzionatura sotto vuoto) potrà migliorare l'espressione della qualità finale del prodotto. L'impiego diffuso della conservazione in atmosfera modificata ed eventualmente degli imballaggi attivi potrà aggiungere durabilità al consumo (ovvero conservabilità) alla carne".

ALFONSO SADA
ricercatore del Cnr:
"Se per bistecca intendiamo la classica fettina che troviamo confezionata di fresco al supermarket, penso non sia suscettibile di alcun miglioramento tecnologico, se si presume arrivi alla vendita a poca distanza di tempo dalla macellazione dell'animale. L'eventuale eliminazione di 'ciò che della carne rossa fa male' può essere realizzato direttamente sull'animale vivo, avendo cura delle condizioni di allevamento (in particolare di ambienti idonei e dieta appropriata) ed evitando la somministrazione di ormoni e antibiotici".

JASON MATHENY
direttore del New Harvest, organizzazione non profit per lo sviluppo di sostuituti della carne:
"In futuro potremo 'coltivare' la carne in laboratorio usando le culture cellulari, e magari conferire a questo prodotto il contenuto di grassi del salmone, o eliminare i patogeni come la salmonella, salvando così la vita a milioni di animali. Certo, la carne prodotta in questo modo non sarà naturale. Ma non lo sono neanche i processi con cui produciamo il formaggio o il vino, per non parlare dei sistemi di allevamento intensivo usati anche per i polli".

 

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