L'ex fidanzato della vittima è l'unico indagato. I legali di Alberto Stasi insistono sull'archiviazione, e in un colloquio con i magistrati, hanno illustrato il dossier di 64 pagine, depositato a inizio agosto, teso a smontare l'ipotesi dell'accusa e proporre una nuova teoria

  


Milano - Entro fine mese. Bisognera' aspettare questa data perche' dalla Procura di Vigevano arrivi la chiusura indagine sull'omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.

Nessuna data certa per stabilire il rinvio a giudizio di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima e unico indagato, o decidere l'archiviazione del caso come richiesto dai suoi legali. In un colloquio con i magistrati, i difensori del neolaureato hanno illustrato il dossier di 64 pagine, depositato a inizio agosto, teso a smontare l'ipotesi dell'accusa e proporre una nuova teoria: a spostare il corpo di Chiara sarebbero state due persone.

Non solo. Secondo i difensori del 25enne la traccia di sangue trovata dai carabinieri del Ris di Parma su un pedale della bicicletta di Alberto "non e' sangue umano. Quindi il Dna riconducibile a Chiara Poggi ha un'altra origine biologica''. Una tesi in contrasto con quella contenuta nella relazione degli uomini della Scientifica dove si ritiene che ''siano con 'elevata probabilita'' di natura ematica''.

Inverosimile, inoltre, per l'accusa il racconto dell'indagato: impossibile trovare il corpo di Chiara senza lasciare una sola impronta. Come ha fatto Alberto ad entrare, scoprire il cadavere e avere le scarpe 'immacolate'? Indizi e dubbi che costarono l'arresto, il 24 settembre scorso, ad Alberto. Quattro giorni in carcere poi il gip Giulia Pravon, non convinta dagli indizi del pm Rosa Muscio, annullo' il fermo e le misure cautelari. Sospetti e certezze scientifiche su cui difesa ed accusa daranno ancora battaglia nelle prossime settimane.

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