di Nicoletta Picchio

 

Ha abbandonato di corsa la Fiera del Levante, a Bari, per tornare a Palazzo Chigi ed occuparsi di Alitalia.

Silvio Berlusconi ha deciso di intervenire direttamente, preoccupato «per l'atteggiamento suicida di chi non vuole l'accordo», cioè «alcune categorie di dipendenti», mosse secondo lui da motivazioni politiche. «La situazione è critica, faccio appello alla responsabilità dei sindacati», ha detto il presidente del Consiglio. E dopo un pomeriggio di contatti informali, alle 21 sono stati convocati a Palazzo Chigi i segretari generali delle confederazioni Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Il Governo si è attivato nel ruolo di mediatore, per cercare di riavviare la trattativa.


In nottata qualcosa si è mosso soprattuto sul fronte dei salari tanto che i sindacalisti cominciavano a valutare positivamente alcune aperture della Cai. In particolare, emersa l'ipotesi di escludere dal contratto unico i piloti, cui sarebbe riconosciuto lo status di dirigenti.


«Se ci si rivede tutti è per firmare, siamo nella fase degli incontri informali», aveva detto nel pomeriggio il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «Sono ore drammatiche – ha aggiunto – sono aperti due esiti: per un verso il risultato è a portata di mano, dall'altro restano difficoltà e incomprensioni tra le parti. L'accordo è possibile». In mattinata, Gianni Letta, con Sacconi e il ministro delle Infrastrutture, aveva incontrato Rocco Sabelli, amministratore delegato della Cai, la società che ha presentato l'offerta per Alitalia, che ha difeso la validità del piano industriale e i contenuti della piattaforma sindacale. Sabelli è tornato a Palazzo Chigi in nottata. Sono arrivati anche l'amministratore delegato di Intesa San Paolo, Corrado Passera, e il responsabile corporate, Gianfranco Miccichè, per studiare una nuova ipotesi da sottoporre ai sindacati.
Era inevitabile che, dopo la rottura, il presidente del Consiglio prendesse in mano la vicenda Alitalia. Il rilancio della compagnia è stato uno dei temi forti della campagna elettorale e il fallimento del piano Fenice sarebbe una sconfitta politica, che lo esporrebbe ancora di più alle critiche della sinistra. Berlusconi ha cercato di giocare d'anticipo: «Nell'andamento della trattativa – ha commentato – ci sono motivazioni politiche che nulla hanno a che fare con le richieste dei lavoratori». Ed ha insistito: «La sinistra pur di dare smacco al Governo non esita a considerare poco importante il disastro che arrecherebbe a tutto il Paese se Alitalia dovesse portare i libri in tribunale: spero non accada».
Dal centro-sinistra sono giorni che arrivano bordate. E ieri Walter Veltroni ha sollecitato il Governo o a chiudere la vicenda o a riaprire le procedure: «Probabilmente ci saranno altri soggetti internazionali interessati. Non ho imprenditori vicini». Veltroni ha accusato il premier di gestione «dilettantesca» e ha criticato il piano raccontando di averlo detto a tu per tu a Roberto Colaninno, presidente della Cai. Altro che manovra politica: «Fa bene il sindacato ad avere fermezza sui diritti dei lavoratori. Dopo il pasticcio Alitalia e con l'economia ferma la luna di miele tra Berlusconi ed elettori è finita. Il fatto che il premier citi i sondaggi vuol dire che è in affanno».

Lo scontro sui numeri

Politica a parte, è sui numeri che sindacati e azienda si sono scontrati. Innanzitutto gli esuberi: 3.250 annunciati, saliti a 6mila secondo i calcoli sindacali, tra cui 1.000 piloti e 1.600 assistenti di volo. Poi il contratto: Cai ha proposto inizialmente una piattaforma unica per tutti, sforbiciando i salari del 30%, tagliando ferie e quattordicesima, riducendo i permessi sindacali. A puntare i piedi sono stati soprattutto i piloti, Anpac e Up, che vogliono un contratto per la categoria e che saranno ricevuti quest mattina.
Fuori dal perimetro della nuova Alitalia ci sarà il Cargo e la manutenzione pesante, una realtà che coinvolge oltre 2mila persone. La Cai si è offerta di acquisire una partecipazione in due nuove società che dovrebbero rilevare i due settori. Sulla voce degli esuberi e dei lavoratori in outsourcing il Governo tenta di avere una parte attiva nella mediazione. «Il fallimento non è auspicabile né accettabile», ha detto entrando a Palazzo Chigi Renata Polverini, leader Ugl. Sugli stessi toni Raffaele Bonanni, numero uno Cisl: «Dobbiamo spendere tutte le energie per il salvataggio».

 

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