VENEZIA (20 settembre) - Ancora proteste contro il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, oggi a Venezia per partecipare al convegno sull'Emergenza educativa organizzato a Cà Corner dai giovani della Confcommercio.

Uno striscione con su scritto «Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini» ha accolto il ministro al suo arrivo.

Alla manifestazione hanno partecipato oltre duecento tra genitori, insegnanti, precari, esponenti del comitato No Mose e rappresentanti dei comitati di base della scuola. Dopo una breve sosta in Campo San Maurizio, nei pressi di Cà Corner, l'iniziativa di protesta contro i tagli alla scuola e l'istituzione del maestro unico si è spostata sul Ponte dell'Accademia. Qui sono stati appesi alcuni striscioni ed è stato effettuato un volantinaggio per spiegare le preoccupazione del mondo della scuola in merito alla manovra del governo «che porterà - viene sottolineato in una nota dei Cobas della scuola - alla espulsione definitiva dei precari, anche dopo anni e anni di contratti a tempo determinato e supplenze annuali».

Il minstro: non pensavo di dover ricorrere alla polizia. «Non pensavo che, facendo il ministro dell'Istruzione, mi sarei dovuta avvalere della collaborazione delle forze dell'ordine. Ma evidentemente temi di cui discutiamo in maniera pacata sono ancora considerati eversivi», ha esordito Gelmini nel suo discorso al forum dei giovani di Confcommercio. Il palazzo della Provincia di Venezia, che ospita il convegno, è infatti stato circondato da polizia e carabinieri. 

Il falso buonismo non premia gli insegnanti. Gelmini ha poi ribadito che la scuola «non deve essere uno stipendificio. Non mi pare che l'impostazione egualitaria falsamente buonista abbia premiato chi lavora nella scuola - ha detto - Gli insegnanti sono sfiduciati ed impoveriti dal non riconoscimento del merito. Bisogna avere il coraggio di voltare pagina perché la scuola che volevamo egualitaria, inclusiva e con pari opportunità per tutti, in realtà, forma poco. Oggi il nostro Paese è tra i più disuguali d'Europa, c'è bassa mobilità sociale e la scuola ha perso il ruolo di ascensore sociale». Gli stipendi degli insegnanti, ha proseguito, e non c'è possibilità di carriera. Per questo, bisogna che il Parlamento metta mano «a una vera riforma di lungo periodo per la modifica del reclutamento degli insegnanti, per rivedere la governance delle scuole e per attuare concretamente l'autonomia».

Evitare un'altra Alitalia. Il ministro ha poi detto che occorre evitare che "il caso scuola" degeneri a tal punto da farne «un'altra Alitalia», dopo la bocciatura arrivata ieri dai sindacati al piano di riforma della scuola messo a punto dal ministero. Il ministro ha chiesto collaborazione per un più ampio progetto di riforma del sistema scolastico cui dovrà mettere mano il Parlamento.

 

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