Il presidente dell’Ordine Conte boccia la proposta del ministro di pubblicare i curricula dei professionisti

 

Una grande stupidaggine». Usa parole forti il presidente dell’Ordine dei Medici di Udine, Luigi Conte, per bollare la proposta avanzata dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che vuole pubblicare su Internet i curricula dei chirughi, affinchè la gente si renda conto di persona se questi sono bravi o meno.

 «L’iniziativa - polemizza Conte - ricalca quella della lotta contro i fannulloni: risponde soltanto a esigenze di carattere mediatico». Il presidente rincara la dose: «L’esperienza curriculare non è sufficiente a stabilire, di per sé, le capacità tecniche del singolo professionista, tanto meno la sua sensibilità a entrare in sintonia con il paziente».

Come se non bastasse, il presidente dei camici bianchi friulani rileva quella che sarebbe un’enorme svista che sta a monte delle dichiarazioni del ministro: «Le uscite di Brunetta non tengono conto di una peculiarità del sistema sanitario nazionale che è in massima parte pubblico: il paziente sceglie la struttura in cui vuole essere curato, non certo il singolo chirurgo. Questo dimostra una certa ignoranza da parte dei rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero conoscere tutti i meccanismi».

La requisitoria di Conte non si ferma qui: «Si vuole ancora una volta stigmatizzare alcuni casi di cosiddetta mala sanità che di certo non si sconfigge mettendo in rete i curricula dei dottori o criminalizzando certe strutture sanitarie». Secondo il presidente dei medici «si deve ricordare che in massima parte ci sono carenze di tipo organizzativo che provocano gli episodi di cattiva sanità». Definisce «truculento» il linguaggio usato dal ministro.

Nessuna propaganda a spese della categoria, mette le mani avanti il presidente. «Vuole farsi propaganda il ministro?», si domanda Conte. «Ma non certo ricorrendo a questa demonizzazione». Quanto poi all’associazione chirurghi uguale macellai Conte stoppa qualsiasi facile equiparazione e va al contrattacco: «Tanti chirurghi fanno bene il loro dovere e non sono certo dei macellai. Noi rigettiamo il linguaggio del ministro e se dovessimo metterci sullo stesso piano, allora dovremmo proporre un test alcolometrico o tossicologico anche ai ministri».

 

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