Il ministro dell'Interno aveva accusato Tripoli di scarsa collaborazione contro i clandestini dopo la firma dell'accordo Berlusconi-Gheddafi. Secca la replica: "Non è persona gradita"

 

Tripoli risponde con durezza al ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ha accusato il governo libico di scarsa collaborazione contro l'immigrazione clandestina e ha annunciato una visita nella Giamahiria a bordo di una motovedetta.

"Lo informiamo che la Libia rifiuta il suo arrivo in questo modo spettacolare e, se desideriamo riceverlo, saremo noi a indicare la data e il modo in cui potrà arrivare" si legge in una nota diffusa dall'ambasciata libica.

In un'intervista con il giornalista Bruno Vespa, Maroni si era detto "contrariato perché - nonostante il trattato di amicizia firmato il 30 agosto a Bengasi da Berlusconi e Gheddafi - nella prima metà di settembre gli sbarchi provenienti dalla Libia non sono diminuiti rispetto allo scorso anno. L'accordo - ha spiegato il titolare del Viminale - prevede due misure per arginare l'immigrazione clandestina: il controllo delle frontiere meridionali della Libia per evitare l'arrivo di profughi da Eritrea, Etiopia, Somalia e Ciad e l'invio di sei motovedette italiane con equipaggio misto italo-libico che pattuglino le coste settentrionali della Libia per rimandare indietro le barche sfuggite ai controlli. Io stesso - ha concluso - sarò a bordo di una motovedetta per il viaggio inaugurale".

"La Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista conferma i suoi impegni con l'Italia derivanti dalla sottoscrizione di trattati e accordi, compresi la lotta all'immigrazione clandestina, precisando che la Libia è il primo paese danneggiato da questo fenomeno" hanno ribattuto i libici. "Per ora ho bloccato a La Spezia una nave che avrebbe dovuto portare in Libia trenta piccole imbarcazioni ad uso della polizia locale" aveva dichiarato il ministro dell'Interno.

"Informiamo il ministro Roberto Maroni che, in riferimento al suddetto fenomeno, la Libia non ha mai chiesto aiuti in passato ad alcun paese, compresa l'Italia, ma coopera insieme agli altri Paesi interessati. Perciò - conclude il governo di Tripoli - non ha alcuna rilevanza che la nave con a bordo le trenta piccole imbarcazioni indicata dal ministro Maroni sia stata bloccata".

 

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