Situazione senza via d’uscita. Il presidente di Italia dei Diritti: “Siamo di fronte ad uno tsunami sociale”

 

L’euforia e la felicità in seguito alla notizia del ritiro dalle trattative della Cai, la cordata italiana presentatasi per salvare Alitalia, sono state presto dimenticate.

I canti e balli delle hostess e dei dipendenti Alitalia riuniti nello slargo del Centro equipaggi dello scalo di Fiumicino in un attimo hanno ceduto il posto alle preoccupazioni e ai timori verso un futuro che ora appare difficile e incerto. Il ritiro della Cai è la cronaca di un disastro annunciato scandito da mesi e mesi di contrattazioni, polemiche, accordi siglati e poche ore dopo saltati. “Siamo di fronte ad un tragico tsunami sociale - ha dichiarato il presidente del movimento dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro – Italia dei Diritti non si è pronunciata finora, ma arrivati a questo punto è d’obbligo un intervento. La crisi che i tanti dipendenti Alitalia stanno vivendo oggi, affonda le radici nella cattiva gestione dei governi che si sono succeduti nel tempo. Dopo dieci anni di ripetuti tentativi di rilancio della compagnia aerea di bandiera da parte di manager super pagati che hanno tutti fallito, si è giunti a questa situazione e i costi sociali purtroppo si stanno abbattendo sui lavoratori e indirettamente anche sull’economia di tutto il paese”. La situazione appare preoccupante. Da una parte il rifiuto unanime del negoziato. Dall’altra i pensieri alle famiglie, al mutuo, alle responsabilità. “Gli organi deputati, e parlo quindi del governo centrale, delle amministrazioni locali – ha concluso il presidente De Pierro – nonché dei sindacati, devono intervenire al più presto per evitare l’apocalisse. L’attuale governo negli ultimi tentativi ha favorito molto gli interessi del nord tralasciando quelli del Lazio; ma questo non è soltanto un gioco di numeri. Il rischio è per circa 9.000 unità, la maggior parte residenti a Roma e provincia, persone fisiche con le loro relative famiglie e con i problemi della loro quotidianità nella vita sociale. Persone che devono essere tutelate”.