Ci saranno tre indagini per accertare la veridicità dei fatti esposti nella denuncia presentata ai Carabinieri da uno studente ghanese che, secondo il suo racconto, ha subito un vero e proprio pestaggio e  comportamenti razzisti da parte della Polizia municipale di Parma.


  
In serata è stata aperta l'inchiesta della Procura di Parma, alla fine del lungo interrogatorio del giovane in caserma, durato otto ore, fino alle 20; ma subito era partita l'indagine interna dall'assessorato alla sicurezza del Comune di Parma, voluta dall'assessore Costantino Monteverdi e dal sindaco Pietro Vignali. Del caso, poi, si interesserà anche l'Ufficio antidiscriminazioni del ministero delle Pari opportunita'.
  
Secondo quanto ha riferito Parma.Repubblica.it Emmanuel Bonsu Foster, 22 anni, era stato fermato all'uscita di una scuola di Parma (dove frequenta i corsi serali), braccato e infine pestato: un piede sopra alla testa, le manette e poi le botte, anche all'interno della macchina di servizio. Responsabili delle violenze, sempre secondo quanto raccontato dal giovane, sette agenti della Polizia Municipale.

Foster, che, come lui stesso ha riferito, sarebbe stato scambiato per un pusher, sarebbe stato anche più volte insultato con frasi razziste. E ha mostrato  la busta consegnata ai familiari con il verbale del fermo su cui era stato semplicemente scritto: 'Emmanuel negro'.

Diversa la versione della Polizia municipale: "Un agente si è  avvicinato al giovane mostrando il tesserino di riconoscimento. Il ragazzo è fuggito divincolandosi due volte dagli agenti. Ne è nata una colluttazione, con anche due agenti feriti, uno dei quali ha riportato una distorsione al ginocchio e un altro al polso. I due sono stati portati al Pronto soccorso e, secondo referto, ne avranno il primo per venti giorni e, il secondo, per tre. Il giovane è stato fermato per resistenza a pubblico ufficiale".

La Municipale ha sospettato che il giovane facesse 'da palo' perché, tra l'altro, continuava a telefonare e a fare gesti in direzione del pusher poi arrestato, ma anche perché di fronte agli agenti si è dato alla fuga, opponendosi poi in maniera violenta all'identificazione.
   
Il giovane comunque ha riportato un trauma cranico, un trauma toracico e ha avuto una prognosi di due giorni. All'uscita dalla caserma dei Carabinieri dove ha sporto denuncia e dove è stato interrogato per otto ore, si è sfogato: "Cosa è successo ieri? Ho preso paura e sono scappato. Poi mi hanno messo a terra con un ginocchio sulla faccia. Mi hanno messo le manette, dentro poi mi hanno picchiato e costretto a firmare delle carte".

Anche il Comune di Parma cerca chiarezza: "L'Amministrazione intende riaffermare che la difesa della legalità rimane primaria, ma non può essere in alcun modo disgiunta dal rispetto dei diritti inalienabili della persona - ha commentato Monteverdi -. E' necessario fare chiarezza oltre ogni possibile dubbio". Nel prossimo Consiglio comunale il sindaco riferirà sull'accaduto e sui risultati dell'indagine interna.
   
Il comandante della Polizia Municipale di Parma, Emma Monguidi, ha difeso totalmente l'operato degli agenti: "Non c'è stata nessuna violenza sul giovane. Niente insulti, tanto meno in caserma. Non è mai stato spogliato e l'abbiamo trattato con rispetto, come tutti, al di là del colore della pelle. Come da prassi lo abbiamo perquisito: ma solo per verificare che non avesse oggetti per autolesionismo. La scritta 'negro' sulla busta? Quella busta prima era bianca, forse la scritta l'ha fatta lui".

 

 

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