Dopo lo scandalo del latte contaminato, in Cina si cercano i responsabili: ventisette persone sono state incriminate.

 La notizia è stata diffusa dai media cinesi i quali hanno precisato che i ventisette incriminati fanno parte di un gruppo di trentasei persone interrogate dalla polizia nel corso dell'inchiesta sui prodotti della Sanlu. L'azienda, lo scorso 11 settembre, aveva annunciato la presenza nel proprio latte in polvere della melamina. Dopo l'ammissione della Sanlu il numero delle società coinvolte è salito a ventuno. Le conseguenze dello scandalo sono state pesanti: quattro bambini morti, quasi 13 mila ricoverati, più di 50 mila bimbi coinvolti. La melamina, sostanza tossica presente in resine e colle, causa problemi renali.

Lunedì erano già state arrestate ventidue persone sospettate di aver prodotto la melamina. Circa 800 poliziotti hanno perquisito 41 latterie e centri di raccolta latte nella provincia settentrionale di Hebei, dove ha sede il gruppo alimentare Sanlù, sequestrando 220 chili di melamina. Tra le persone arrestate 19 sono direttori di latterie e centri di raccolta del latte. Le persone coinvolte lavoravano in un sistema che produceva la melamina che poi veniva aggiunto al latte. La sostanza incriminata, infatti, aumenta il contenuto proteico del latte permettendo così di superare i test di qualità effettuati dalle aziende.

«Metteremo definitivamente fine a questa pratica», ha dichiarato il ministro dell'Agricoltura cinese, Sun Zengcai, che ha espresso l'intenzione di monitorare «tutte le fasi della produzione, vendita e lavorazione del latte fresco».

Intanto la paura-melamina oltrepassa i confini cinesi. In Corea del Sud cresce il numero di prodotti in cui sono state riscontrate tracce di melamina, tra cui molti snack. Al momento nel paese asiatico i marchi coinvolti sono sei. In Indonesia invece sono sedici i prodotti a base di latte importati dalla Cina e ritirati dalla vendita.

 

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