ROMA (Reuters) - I 19 ostaggi europei ed egiziani rapiti nel Sahara non sono stati liberati con un'operazione militare, ma sono stati rilasciati dai loro rapitori e tratti in salvo dalle guide egiziane che li avevano accompagnati in tour.

 

E' quanto hanno raccontato oggi gli ostaggi italiani il giorno dopo la loro liberazione.

In dichiarazioni che sembrerebbero contraddire quelle iniziali dei funzionari -- che hanno parlato di un'operazione di salvataggio e di un conflitto a fuoco -- gli ostaggi italiani hanno riferito di non aver udito spari, spiegando invece di aver ricevuto una jeep e un navigatore satellitare da alcune persone che gli hanno detto che erano liberi.

I cinque italiani, i cinque tedeschi e un romeno, assieme a otto egiziani erano impegnati in un safari nel deserto egiziano quando sono stati sequestrati, a loro dire, da un gruppo di 40 uomini armati, che li hanno condotti in Sudan e hanno chiesto un riscatto.

"Spari? Non ne abbiamo sentiti", ha detto Mirella De Giuli, 70 anni, ai giornalisti quando è arrivata nella sua casa di Torino. "Ci siamo messi nelle mani di Dio e abbiamo guidato nel deserto per cinque o sei ore, senza ruote di scorta né acqua. Se avessimo commesso un errore saremmo morti".

I funzionari egiziani hanno fornito pochi e contraddittori dettagli sulla loro liberazione.

Ieri hanno detto che gli ostaggi erano stati liberati in un'operazione in cui sono morti alcuni dei rapitori. Le autorità del Sudan hanno detto di aver ucciso il leader dei rapitori e che gli ostaggi erano stati trasferiti in Ciad.

Un ostaggio egiziano ha raccontato che i rapitori hanno abbandonato il gruppo, tratto in salvo dalle forze egiziane "poco dopo".

Una fonte occidentale della sicurezza ha spiegato che i rapitori hanno permesso agli ostaggi europei di andarsene dopo la sparatoria con le forze sudanesi, che hanno ucciso uno dei leader del gruppo.

"GRANDE COOPERAZIONE INTERNAZIONALE"

Secondo la fonte, i rapitori, in difficoltà per reperire il cibo per sfamare gli ostaggi, hanno detto ai funzionari egiziani della sicurezza dove avrebbero trovato gli ostaggi e poi sono scomparsi.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha ribadito oggi che non c'è stato alcun "blitz", né alcuna operazione di salvataggio, e che non è stato pagato alcun riscatto.

Frattini ha detto che i rapitori hanno liberato gli ostaggi quando hanno capito la portata dell'operazione di salvataggio organizzata a livello internazionale.

"La grande cooperazione internazionale tra le forze di intelligence italiane, tedesche, sudanese ed egiziane ha permesso di tenere sotto controllo i movimenti dei rapitori", ha spiegato Frattini.

Gli ostaggi hanno detto anche di non essere stati maltrattati dai rapitori.

"Il nostro vero punto di forza sono state le nostre guide egiziane, che ci hanno protetti", ha detto Giovanna Quaglia.

"In particolar modo nei primi giorni noi donne, di nostra stessa iniziativa, abbiamo tenuto il velo in testa e abbiamo tenuto lo sguardo rivolto verso il basso cercando di non aver alcun contatto", ha raccontato ancora Quaglia.

I turisti tedeschi sono giunti oggi a Berlino, dove sono stati accolta dai parenti, secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri tedesco.

Il ministero ha aggiunto che i funzionari della sicurezza tedeschi e i soldati che erano stati in Egitto hanno fatto ritorno in Germania assieme ai turisti e non hanno preso parte ad alcuna operazione di salvataggio.

 

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