Secondo il presidente dell'Italia dei Diritti l’episodio dell’uccisione dell’agente Macciantelli a Genova offre spunto di riflessione sulle incongruenze del discusso provvedimento legislativo

  

“Esprimo le mie condoglianze alla famiglia dell’agente della Polizia di Stato morto a Genova nell’adempimento del proprio dovere. Si tratta di un episodio drammatico che fa riflettere su come sia delicato e difficile il lavoro delle forze dell’ordine. Diventa, così, ancora più chiaro come a chi pattuglia le strade non possano applicarsi le stesse norme riferite ai dipendenti pubblici che lavorano in ufficio. Una fra tutte quella sulle assenze per malattia”. Così Antonello De Pierro manifesta il suo cordoglio per la morte dell’agente di polizia Daniele Macciantelli, ucciso ieri sera con una coltellata da un individuo con disturbi psichici, un episodio di cronaca che diventa spunto per una riflessione sul Dl Brunetta e sulle sue possibili conseguenze sulla sicurezza degli agenti e dei cittadini. “Per poter essere in servizio sulle strade – spiega De Pierro – occorre essere in perfette condizioni fisiche. Se un poliziotto o un carabiniere si svegliasse una mattina manifestando un malessere fisico, dovrebbe restare a casa per non mettere a rischio la propria vita o quella degli altri. Invece con il Dl Brunetta un padre di famiglia, per evitare di vedersi decurtata una parte dello stipendio, non avrebbe altra scelta che scendere in strada, anche se malato”. Per De Pierro si tratta di una “situazione altamente rischiosa e quindi inaccettabile, che spinge a chiedersi quanto potranno incidere le disposizioni contenute nel Decreto sulla sicurezza delle città e quanto sarebbero favoriti incidenti come quello accaduto al poliziotto morto a Genova”.