Alla “Festa democratica” La Corazza attacca Di Pietro e accende la polemica col leader dell’Italia dei Diritti



Roccanova, provincia di Potenza, un paesino con meno di 2000 anime adagiato in collina tra le valli dei fiumi Agri e Sinni.

Si svolge la prima “Festa democratica” in una sera mite, nell’ultimo scorcio di un’estate rovente. Ma il clima si surriscalda per ragioni di opinione. Ospiti del locale sindaco Rocco Greco (PD) sono il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo e il segretario regionale del Partito Democratico Piero La Corazza. Parlano di fronte ad una manciata di persone, radunate tra l’altro con un insistente e disperato speakeraggio dell’ultim’ora (infatti si inizia con quasi 1 ora di ritardo), i rari applausi aleggiano quasi impercettibili nell’aria: un’emblematica fotografia periferica della crisi nazionale del partito di Veltroni, che ha spianato la strada a Berlusconi. Tra i presenti si scorge un personaggio autorevole della cultura lucana, il professor Antonio Lerra, docente universitario a Potenza, al suo fianco è seduto Antonello De Pierro, presidente del movimento nazionale Italia dei Diritti, in vacanza in loco da qualche giorno e che ha posticipato di qualche ora la partenza per Roma per presenziare all’evento.
Parla De Filippo, tante belle parole e frasi fatte, che, se supportate da altrettante azioni concrete, meritano senz’altro un cenno di approvazione, che giunge puntuale da De Pierro con un applauso. Poi tocca a La Corazza ed ecco che il leader dell’Italia dei Diritti inizia a scuotere il capo, perpetua sorrisi ironici e sarcastici, scalpita. Ad un tratto dall’esponente del PD parte un attacco diretto ad Antonio Di Pietro e all’8 luglio di piazza Navona. Inizia a sfoderare la trita e ritrita “panzana” dell’attacco al capo dello Stato e le critiche di Sabina Guzzanti al pontefice. Da una piazza artatamente addomesticata e poco informata scatta automatico un applauso, inserito in un copione già scritto sulle coscienze addormentate nel deserto della verità storica dei fatti.
Esplode De Pierro:”O sta parlando senza conoscere ciò che è successo realmente a piazza Navona, fidandosi delle informazioni di giornali ben allineati alle verità di comodo, oppure finge di non sapere, facendo leva sull’ignoranza della gente. E’ un gioco che in Basilicata e nel Meridione è durato fin troppo con la Democrazia Cristiana, oggi non possiamo tollerarlo”. E si alza visibilmente contrariato.
La seconda parte si svolge nel backstage. La Corazza incalza con la vicenda dell’arresto di Ottaviano Del Turco , definendola un “colpo di Stato”.
De Pierro ribatte:”I magistrati non si alzano una mattina e decidono di arrestare qualcuno perché ne hanno voglia, ma si muovono su una piattaforma probatoria inoppugnabile – e aggiunge – spesso ci si dimentica che in Italia vige l’obbligo dell’azione penale. E’ strano che spesso lo ignori chi dovrebbe conoscere la macchina istituzionale meglio di altri per il semplice fatto di rappresentarla”.
“Siamo contro Di Pietro, contro le intercettazioni, contro i magistrati politicizzati” continua La Corazza.
E De Pierro:”Mi sembra di sentire parlare Berlusconi. Se ragioni così sei contro la legalità e la giustizia”.
“Noi siamo il PDL: Partito Democratico Lucano” è la risposta del segretario del PD.
Il presidente dell’Italia dei Diritti, conclude con una provocazione:”I conti tornano. Nel ’97 con la “Bicamerale”, avente Massimo D’Alema presidente, Silvio Berlusconi membro e Marco Boato relatore, furono legate le mani ai giudici antimafia e per di più fu introdotto il patteggiamento in Cassazione, che tra gli altri evitò il carcere a Marcello Dell’Utri”.
Poi De Pierro saluta e se ne va, l’attende il viaggio per la capitale.