Il Senato salva i manager, ma il governo corre ai ripari. La trasmissione Report ha scoperto che nelle pieghe del decreto Alitalia c'è un codicillo, introdotto con un emendamento votato senza clamore in aula a Palazzo Madama, che garantirebbe l'impunità ai manager coinvolti nel crac Cirio e Parmalat: Sergio Cragnotti, Cesare Geronzi e Callisto Tanzi. Tremonti, indignato, minaccia le dimissioni. Scajola corregge "l'equivoco" e alla Camera il testo sarà emendato

 

 

 

In origine, quando uscì da Palazzo Chigi, il decreto prevedeva uno "scudo" solo per l'amministratore straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi: l'emendamento, votato dall'aula il primo ottobre, allarga invece la zona franca e la estende a tutti i manager che, pur senza arrivare alla bancarotta, si fermano alla casella immediatamente precedente, quella dell'insolvenza.



BERLUSCONI. Il premier Silvio Berlusconi cade dalle nuvole: "Non ne ero assolutamente a conoscenza", si giustifica con i giornalisti. Ma la polemica monta e il governo presenta un nuovo emendamento alla Camera per cancellare la norma-scandalo, che arriva in un momento in cui la credibilità dei big della finanza è ai minimi storici.
TREMONTI. Già in mattinata, quando arriva al Senato per illustrare il piano del governo sulle banche, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti promette che la norma verrà tolta di mezzo: "O va via l'emendamento o va via il ministro dell'Economia". La sua linea non è isolata: con Tremonti ci sono i ministri del Welfare Maurizio Sacconi e dello Sviluppo economico Claudio Scajola (secondo cui "si è trattato di un equivoco"), e molti esponenti del Pdl, da Italo Bocchino a Giulia Bongiorno. Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri se la prende con l'opposizione che fa "speculazioni", ma anche lui promette che la norma-scandalo verrà corretta.

OPPOSIZIONE. L'opposizione incassa la retromarcia, ma  non fa sconti al centrodestra: Walter Veltroni parla di "grandi e serie contraddizioni all'interno del governo"; Antonio Di Pietro rivendica all'Idv il merito di essere stato "l'unico partito a denunciare il 'lodo-Geronzi' "; Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, lancia l'allarme sulla "questione etica". Ma come andarono le cose nella votazione del Senato? L'emendamento fu presentato direttamente in aula dai relatori Angelo Cicolani e Antonio Paravia. La votazione si svolse fuori dai riflettori, per alzata di mano. I senatori del Pd non chiesero il voto elettronico e non ci furono interventi contrari. E' però vero che nei giorni precedenti il senatore democratico Felice Casson intervenne in aula per dire che il decreto (non ancora modificato dall'emendamento) conteneva una sorta di "amnistia mascherata". "In realtà se ne erano accorti tutti", racconta il leghista Massimo Garavaglia, che spiega: "Doveva essere solo un'ulteriore tutela per Fantozzi, ma ora di fronte al rischio che per tutelare il commissario di Alitalia vengano tutelati dei delinquenti è ovvio che quella norma verrà stracciata". La palla passa ora alla Camera, dove il decreto Alitalia arriva all'esame dell'aula a partire da martedì prossimo.

 

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