Requisitoria: "I colpevoli sono loro"

 

La procura di Perugia si appresta a ribadire le accuse a Raffaele Sollecito, Amanda Knox e Rudy Guede nell'ambito del processo della morte della studentessa inglese Meredith Kercher.

 A circa un anno dalla tragedia, i pubblici ministeri chiederanno al giudice di processare il giovane pugliese e la studentessa di Seattle e di condannare l'ivoriano. La decisione è attesa tra il 27 e il 28 ottobre dopo gli interventi di parti civili e difese.

I tre indagati si sono sempre proclamati estranei al delitto di Mez, ma davanti al giudice dell'udienza preliminare hanno scelto strade diverse: l'ivoriano Guede ha optato per il rito abbreviato mentre la coppia Sollecito-Knox ha scelto per il normale iter processuale. Per questo i pm, al termine della loro requisitoria, probabilmente nella giornata di lunedì 27 ottobre, formuleranno una richiesta di condanna nei confronti dell'africano e di rinvio a giudizio per gli studenti Amanda e Raffaele.

I testimoni - due giovani extracomunitari, un somalo e un albanese - e la biologa della polizia scientifica sentiti nel corso dell'udienza preliminare non sembrano comunque avere
cambiato le convinzioni degli inquirenti nei confronti degli imputati. I pubblici ministeri ritengono che la Knox, Sollecito e Guede fossero tutti e tre presenti sulla scena del delitto
quando la studentessa inglese venne uccisa. Per l'accusa ciascuno di loro avrebbe avuto un ruolo attivo nell'omicidio e i rappresentanti dell'accusa cercheranno di delinearlo davanti al giudice.

I magistrati perugini sono convinti che quello di Mez fu un delitto a sfondo sessuale: venne uccisa perché coinvolta in una situazione alla quale invece voleva rimanere estranea. A supporto porteranno le tante testimonianze acquisite nel corso dell'indagine, ma soprattutto i rilievi della polizia scientifica e dell'Ert. Come le tracce di Dna della vittima e di
Amanda sul coltello trovato a casa di Raffaele Sollecito o il codice genetico del giovane barese su un frammento di reggiseno di Mez. Ma anche l'impronta di una mano insanguinata di Guede trovata sul cuscino posto sotto il corpo della vittima.

Si soffermeranno inoltre sulle impronte di piedi sporchi di sangue trovate nel casolare di via della Pergola dove venne uccisa la Kercher e sulla finestra rotta in una delle camere. Prova del tentativo di simulare una rapina per sviare le indagini e allontanarle dai tre giovani secondo l'accusa. Il processa sarà in scena nella prossima settimana ospitato in una nuova aula nella palazzina ex-Enel, un locale dai grandi vetri che si affacciano sulla strada e che per questo sono stati oscurati.

 

Fonte