Il diario dell'americana dal carcere

 

 

PERUGIA — Il vicino di banco di Amanda, in quest'udienza, è Rudy Guede: Raffaele è dalla parte opposta dell'aula, più avanti, un poco nascosto dagli avvocati; Rudy, invece, è lì a portata di sguardo, ed evitarlo per sette ore è impossibile.

Sono accanto, i due, e secondo l'accusa lo erano anche la notte dell'omicidio: in ogni caso, adesso, è cambiato tutto. Amanda evita anche di guardarlo.

L'ha scritto sul suo diario, che proprio non sopporta di essere con lui. «Non mi piace che i giornalisti mettano la mia foto accanto a quella di Rudy, e lo fanno anche in televisione, e non mi piace. Non l'ho mai chiamato, lo conosco a malapena». C'è un'inchiesta che li vuole assieme nel ruolo di assassini, e un'udienza nella quale sono seduti a poca distanza: ma avere vicino Rudy, adesso, dipendesse da Amanda, ecco, «neanche in fotografia». Con Raffaele, invece, è diverso. Sono distanti metri, certo, e ci sono gli avvocati che impallano gli sguardi, vero: ma chi si cerca si trova, anche in un'aula di tribunale. Raffaele per andare in bagno deve passare proprio per la porta che è a mezzo metro dalla scrivania dov'è Amanda: e in quei momenti un sorriso, un gesto, un cenno, ecco, sono quasi inevitabili. Raccontano alcuni tra i presenti che ad ogni cenno di Amanda, Raffaele sia arrossito. Chissà. Lei, Amanda, ascolta ad occhi chiusi la traduzione della requisitoria, e c'è qualcuno che pensa addirittura che a tratti si addormenti: gli avvocati, a chi chiede loro se la ragazza in aula abbia ceduto alla stanchezza, rispondono con una frase breve, «è una falsità».

Di certo c'è un passaggio della requisitoria del pubblico ministero che ad Amanda non può sfuggire. Giuliano Mignini parla delle pressioni fatte dall'America, da Seattle, forse si riferisce alle lettere scritte dai giudici, oppure ai blog aperti in sostegno di Amanda, o ancora a chi ha criticato il modo di condurre le indagini: sicuramente, il pubblico ministero parla in aula a Perugia perché l'America ascolti. E Mignini dice una cosa netta e inequivocabile, che la giurisdizione su questo caso appartiene solo all'Italia: «Hanno attaccato in maniera indecorosa, con assoluta carenza di argomenti e con impressionante superficialità, il sistema giudiziario di questo Stato, l'unico, ricordo, avente giurisdizione su questa vicenda». Amanda ascolta, immobile, rimane in silenzio. Anche quando Mignini dice che «nessuno, in Italia, si sarebbe permesso di denigrare e attaccare con tanta sfacciataggine gli inquirenti, ad esempio, statunitensi». Ancora, sostiene Mignini, «a nessun giornalista italiano, a nessun operatore giuridico italiano, verrebbe in mente di diffamare e calunniare un pubblico ministero statunitense che stia indagando su un imputato italiano».

Se il messaggio non fosse chiaro, Mignini è pronto ad aggiungere: «Io sono rimasto scandalizzato e sconcertato da questo atteggiamento. È la prima volta che mi ci sono imbattuto e non credo che mi troverò ancora di fronte a tanta presunzione e superficialità. Un minimo di esperienza e di prudenza dovrebbe impedire simili giudizi sommari, espressi addirittura da novemila chilometri di distanza. E tutto questo senza spendere una sola parola sul fatto che le ordinanze siano state confermate dal tribunale del Riesame e dalla prima sezione penale della Suprema corte». Secondo Mignini, però, «le menti di tali operazioni sono in Italia». In ogni caso, «sorvolo su altri, ancora più gravi, reiterati, episodi d'interferenza. Mi limito a dire che sarebbero inconcepibili in Italia, e non siamo certo un paese perfetto». Amanda ascolta, con attenzione. Ma c'è una cosa che sussurra all'orecchio di uno dei suoi avvocati, Carlo Della Vedova, quando il pubblico ministero, durante la requisitoria, dice che lei, Rudy e Raffaele hanno agito assieme, hanno ucciso assieme, con lei a impugnare il coltello che uccide Meredith Kercher: Amanda Marie Knox, in quel momento, si volta verso l'avvocato e dice una frase soltanto, ma chiarissima. «Sono tutte fantasie». Alla fine della requisitoria, quando Mignini chiede l'ergastolo per Rudy e il rinvio a giudizio per gli altri due imputati, Amanda si volta ancora verso l'avvocato: «Ma sono tutte fantasie, com'è possibile?».

 

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