Sono salite a sei le presone arrestate per aver abbandonato in strada rifiuti ingombranti e pericolosi. Un corteo di protesta ha attraversato le strade di Marano per richiedere la sospensione dei lavori nella discarica di Chiaiano. A Pianura con i rifiuti abbandonati per strada ci si potrebbe arredare una casa. Nella discarica di Chaiano sono state rinvenute lastre di amianto. Bertolaso auspica che gli arresti servano da deterrente

 

 

Dopo le tre di stamattina, altre tre persone sono state arrestate a Napoli per l'abbandono in strada di rifiuti, in questo caso soprattutto speciali e pericolosi.

I tre, nel quartiere Poggioreale, sono finiti in manette sempre in base a quanto stabilito dal decreto legge 172/2008. In manette sono finiti Salvatore Zinno, 26 anni, Domenico Manzo, 68 anni, Giovanni Amdoio, 40 anni. Tutti già noti alle forze dell'ordine, sono gestori di due box abusivamente costruiti in via De Roberto: è in quei box che i tre sono stati bloccati dai carabinieri mentre depositavano rifiuti speciali pericolosi e non (scarti di olio motore, pastiglie per freni, tra l'altro). I due box sono stati sequestrati, mentre gli arrestati sono in attesa del processo per direttissima.
CORTEO PROTESTA. Il corteo di protesta che oggi pomeriggio ha attraversato le strade di Marano per dire no alla discarica di Chiaiano è giunto al presidio di Poggio Vallesana dove, dopo un momento di riflessione, si è concluso. I manifestanti hanno deciso di rincontrarsi lunedì sera per mettere a punto le iniziative di protesta della prossima settimana. Secondo quanto anticipato chiederanno, però, alla magistratura di intervenire perché dicono che sono fortemente preoccupati per il ritrovamento, avvenuto nelle scorse settimane, a ridosso dell'area che ospiterà lo sversatoio, di amianto. Il lungo corteo si è snodato per circa due ore e mezza per le strade del centro antico di Marano. Intanto, la strada che porta alla cava resta presidiata da numerosi uomini delle forze dell' ordine, che sono in tenuta antisommossa.
PIANURA. Materassi, sedie, un tavolo da salotto, resti di un lavandino: sono alcuni dei rifiuti "particolari" che si trovano nelle strade di Pianura, quartiere a ovest di Napoli, dove è stato eseguito il primo arresto per aver violato il decreto legge che punisce chi abbandona rifiuti ingombranti o pericolosi. Qualche esempio? In via Montagna Spaccata un materasso è stato lasciato accanto ai nuovi cassonetti per l'immondizia. Un altro è appoggiato a terra in via Napoli, dove sono stati sistemati anche i contenitori per la raccolta differenziata. "L'avranno portato da poco - dice la signora Anna, 47 anni - prima non ci avevo fatto caso". In una traversa della stessa strada, via Caducci, ci sono anche i resti di un lavandino rotto e due porte a vetri. C'è anche chi, sulla questione, ironizza: "Ci si può arredare una casa ", afferma Giorgio, 35 anni, mentre indica alcuni mobili in legno compensato lasciati in via San Donato. "Quelli che vogliono fare i furbi - spiega la gente - vanno alla zona dei 'Romanì dove ci sono poltrone, mobili, pneumatici. "Vengono anche da altre parti e li buttano qui - dice il signor Vincenzo, 58 anni - Non sanno che farsene e li portano qui".
AMIANTO. "Una vasca di 800 metri quadri all'interno della discarica di Chiaiano riempita di terra e rifiuti speciali dai militari e dagli addetti all'allestimento del sito". E' quanto denunciano i rappresentanti del comitato del No alla discarica nell'area a Nord di Napoli con un video proiettato stamattina nell'aula Matteo Ripa dell'Università Orientale occupata. Il video è stato girato tra il 20 e il 21 ottobre, dopo la segnalazione di un contadino che "aveva notato un movimento sospetto di camion". "Si tratta di materiali pericolosi perché i militari, durante le operazioni, indossavano maschere antigas", dice il comitato. L'area filmata è una spianata coltivata a prugne, poi adibita a vasca coperta con teloni e mimetizzata. Fra i rifiuti speciali, "lastre di amianto". Per Antonio Musella "chi operava nella discarica era consapevole della presenza di amianto molti giorni prima di avvisare i carabinieri del Noe". Il comitato annuncia una denuncia per disastro ambientale e la richiesta dell'interruzione dei lavori di allestimento della discarica. "La presenza di materiale pericoloso - ha concluso Musella - è stato nascosto per rientrare nei tempi di allestimento previsti dal Governo".
BERTOLASO. Gli arresti devono rappresentare un "valido deterrente nei confronti di ulteriori possibili sversamenti illegali". E' l'auspicio del sottosegretario all'emergenza rifiuti in Campania Guido Bertolaso, che ha espresso "apprezzamento e gratitudine" alle forze di polizia - e in particolare ai carabinieri che hanno effettuato i sei arresti -  "per l'impegno dimostrato nell'immediata applicazione di quanto disposto dal decreto legge". Tutti e sei i fermati, sottolinea Bertolaso, "sono stati colti in flagranza di reato" mentre gettavano su aree pubbliche rifiuti ingombranti, urbani, speciali e solidi. Tra questi, materiale di risulta proveniente da lavorazioni industriali, mobili da cucina, bombole di gas, materiale ferroso e materiale di risulta di lavori edili. L'arresto dei sei, dice ancora il sottosegretario, "è stato convalidato dalla magistratura, da sempre impegnata in prima linea nell'azione di contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti". Al "sentito ringraziamento" per l'operato di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, segue dunque "l'auspicio che gli arresti" di oggi servano da lezione per tutti gli altri. Ma gli stessi arresti, conclude Bertolaso, sono anche "la conferma del continuo e costante impegno da parte delle strutture dello Stato volte al rafforzamento della capacità di controllo del territorio".

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