ROMA - La magistratura eventualmente deciderà se ci sono gli estremi della diffamazione.

Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, commentando l'inchiesta che lo riguarda, che sarà pubblicata sul prossimo numero del settimanale L'Espresso, e ricordando che vive sotto scorta da 25 anni perché bersaglio delle Brigate Rosse.

Brunetta si riferiva all'anticipazione diffusa oggi di un articolo dell'Espresso in edicola domani dal titolo «Che furbetto», una «inchiesta» con «la vera storia del ministro anti-fannulloni». Tra gli argomenti «la trasferta a Teramo per diventare professore», «la casa con lo sconto dell'ente», «il rudere che si muta in villa», «le assenze in Europa e al comune» .

In questo momento, tuttavia, il ministro esprime il suo «rammarico» perché sul sito dell'Espresso, ripreso dal quotidiano la Repubblica, sono state pubblicate le mappe delle sue abitazioni. E aggiunge: «ho parlato con il direttore di Repubblica, si è detto sorpreso, non so cosa fa». In una conferenza stampa sul contratto degli statali, il ministro ha risposto alla domanda se fosse a conoscenza dell'inchiesta. «L'ho letta. Il mio rammarico è che sul sito, al di là del resto - cose opinabili su cui eventualmente la magistratura se esistono gli estremi della diffamazione, ma in questo momento non mi riguarda perché sto facendo altro - siano state pubblicate le mappe delle mie abitazioni».
 
Il ministro cita quindi una frase di sua madre ("Male non fare, paura non avere") e afferma che si tratta quindi di un comportamento «difficilmente qualificabile del settimanale». Secondo Brunetta «avviare un'inchiesta sul sottoscritto che dice che mi sono comprato appartamenti accendendo mutui e che addirittura li sto pagando, pubblicare indirizzi e mappe, è comportamento che non so come qualificare. Mi piacerebbe che l'Espresso facesse lo stesso nei confronti del proprio editore, che io stimo, che pubblicasse la sua storia finanziaria e imprenditoriale, con le mappe delle abitazioni e magari anche i numeri di telefono. Non mi pare che questo sia giornalismo. Ma, pubblicare gli indirizzi di una persona che vive sotto scorta - ha insistito - mi sembra un pò disdicevole. Ma sono tranquillo».

Il ministro ha riferito anche di una iniziativa del deputato Giorgio Stracquadanio che chiederà al ministro dell'Interno se sia lecito pubblicare gli indirizzi delle abitazioni di chi è sotto scorta da 25 anni.

 

 

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