Da un po' di tempo non doveva dormire sonni tranquilli, tra mille problemi economici. Ieri il risveglio è stato ben peggiore. All'alba gli uomini della Guardia di Finanza hanno bussato alla porta di Gai Mattiolo, in via Vigna Due Torri nella zona di Villa Bonelli a Roma, per notificare allo stilista gli arresti domiciliari

 

L'accusa, per lui e il suo consulente Giancarlo Tabegna, è di bancarotta fraudolenta per oltre 1,5 milioni di euro.

 Un'accusa di quelle pesanti (tanto che il pm aveva chiesto il carcere mentre il gip ha deciso per i domiciliari) e Gai ne esce con una bella macchia sul suo splendido curriculum professionale.
«È un enorme errore - si difende Mattiolo - In tutta questa vicenda io sono solo una vittima truffata. Sono in conflitto da tempo per operazioni fatte a mia insaputa e a mio danno con il mio ex avvocato Giancarlo Tabegna. Emergerà a chiare lettere la mia totale estraneità. Mi rammarico che il mio nome sia stato infangato ingiustamente proprio alla vigilia dell'uscita della mia prossima collezione nella quale ho riversato il mio desiderio di rilancio».


Romano, quarant'anni, la metà dei quali dedicati anima e corpo alla moda, Mattiolo s'era conquistato in brevissimo tempo un posto di rilievo nell'Olimpo della couture. A 19 anni, tutti applaudivano quell'enfant prodige che dal nulla aveva creato uno stile tutto suo. I tailleur coloratissimi con quei bottoni-gioiello che erano diventati il suo carattere distintivo. Negli anni 80-90 le sue creazioni hanno fatto innamorare le signore romane per poi fare il giro del mondo, indossate dalle donne più famose e in vista. Da Bo Derek e Diana Ross, da Cher a Sharon Stone sino ad Halle Berry, Susan Sarandon, Mariah Carey, Marina di Savoia.


Per lui hanno sfilato le top model più gettonate (e costose): Naomi Campbell, la sua preferita, Eva Herzigova, Maria Carla Boscono, Ester Canadas, solo per fare qualche nome. Le sfilate veri e propri eventi per i quali sceglieva location d'eccezione: piazza del Popolo, Castel Sant'Angelo, piazza di Spagna, la Rupe tarpea. Qualcosa a un certo punto deve essersi rotto. Che abbia fatto il passo più lungo della gamba? Quel che è accaduto davvero lo chiarirà con i magistrati. Certo è che, la storia della moda ce lo insegna, il genio creativo per essere invincibile ha bisogno di un'oculata gestione delle risorse. L'augurio è che Gai possa tornare presto a sfilare i suoi colori e la sua allegria sulle passerelle della sua città.

 

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