Un immigrato senegalese, Chehari Behari Diouf, l'ambulante  di 42 anni è stato ucciso con un fucile a pompa da un ispettore della Polizia, Paolo Morra, in un palazzo di Civitavecchia


Molti i punti ancora da chiarire, anche per le divergenti versioni dei fatti fornite dall'ispettore e da due cugini e coinquilini della vittima, che hanno assistito all'omicidio e sono stati ascoltati come testimoni. Di fronte agli inquirenti, l'ispettore Morra avrebbe sostenuto di aver sparato accidentalmente mentre tentava di sedare una violenta lite scoppiata tra i senegalesi.
Secondo i due cugini e coinquilini di Chehari Behari Diouf, Dagne Mory e  Modou Balla (uno dei due testimone diretto del colpo mortale), invece. Morri avrebbe sparato due volte, con consapevolezza, verso l'ambulante del Senegal. I due hanno sostenuto che non c'è stata alcuna lite e che l'ispettore ha fatto fuoco senza nessun motivo apparente.
Morra era in malattia da circa due mesi. In un terreno limitrofo alla villetta gestiva un allevamento di cani di grossa taglia. Nei primi anni Novanta, quando era in servizio al Commissariato del porto, era già stato sospeso dal servizio, indagato e processato per aver sparato contro alcuni uomini in auto che pensava stessero importunando la sua compagna.
'Il fucile a pompa e' un'arma da guerra micidiale. Per questo spero che si indaghi anche sulle eventuali responsabilità di chi dovrebbe vigilare sul rilascio di porto d'armi", ha detto l'avvocato Luca Santini, incaricato dai cugini e dalla comunità senegalese di Civitavecchia  di tutelare gli interessi della vittima.
Ieri, il fucile a pompa (detenuto legalmente) è stato sequestrato insieme con la pistola d'ordinanza. Nei prossimi giorni sarà sottoposto a perizia.
All'ispettore Morra le armi erano giàstate tolte in due circostanze. Nel 1994, quando venne sospeso dal servizio e processato per aver sparato a due uomini che pensava molestassero la moglie e di nuovo un paio di anni fa, quando venne denunciato dalla figlia per lesioni, attestate da un referto medico. Nello stesso periodo, l'ispettore presentò ai superiori un certificato in cui risultava affetto da uno stato ansioso. Diagnosi che comportò la consegna delle armi.
A qualche settimana di distanza, la figlia ritirò la denuncia e Morra produsse un secondo certificato in cui si diceva che era guarito, con conseguente restituzione delle armi. L'ispettore, proprietario di un allevamento di cani di razza Corsa e allenatore di "Full Contact", negli ultimi due mesi si era assentato spesso dal servizio: a quanto si è appreso, per problemi gastrici.

Fonte