Cinque operatori della sezione belga di Medici senza frontiere, tra cui un italiano, un francese, una donna canadese e due locali, sono stati sequestrati nella regione sudanese del Darfur.

La Farnesina ha confermato il rapimento del nostro connazionale. Due persone sono state già liberate: per i tre ostaggi sarebbe stato invece chiesto un riscatto.
Conferme della Farnesina - "C'é anche un cittadino italiano fra gli operatori della sezione belga di Medecins Sans Frontieres sequestrati in Sudan", si legge in una nota del ministero degli Esteri, in cui si precisa che "su istruzioni del Ministro Frattini, che si mantiene in stretto contatto con i familiari del rapito, ha avviato tutte le necessarie azioni per promuovere la positiva soluzione del caso. Il Ministero ha richiesto a tal fine anche la collaborazione delle Autorità sudanesi, alle quali è stato sottolineato che obiettivo assolutamente prioritario deve essere la piena salvaguardia dell' incolumità del connazionale e che pertanto non devono essere intraprese azioni che possano comprometterla". La Farnesina è in contatto con i familiari del rapito, ha chiesto il massimo riserbo e la collaborazione delle autorità sudanesi, cui è stato sottolineato che obiettivo assolutamente prioritario deve essere la piena salvaguardia dell'incolumità del connazionale e che pertanto non devono essere intraprese azioni che possano comprometterla.
Il rapimento - L'agenzia delle Nazioni unite Unamid, attraverso un comunicato, ha spiegato che la scorsa notte, intorno alle ore 21, alcuni sconosciuti armati hanno rapito sei persone dello staff, di cui tre internazionali - un medico italiano, un coordinatore medico francese e un'infermiera canadese - e tre nazionali dalla sede di Msf-B Saraf Omra. Un nazionale è stato rilasciato alle ore 22. Gli altri due sono stati invece liberati intorno a mezzogiorno.

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