Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Finalmente hanno iniziato ad ascoltare le nostre denunce”


Verrà presentato in consiglio regionale entro la fine di giugno il progetto di raddoppio dell’ospedale Grassi di Ostia.

 Ad annunciarlo è il vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino che prevede una spesa che supera i 50 milioni di euro per aumentare il numero di posti letto dai 270 attuali ad almeno 450.
“Era ora”, ha commentato con soddisfazione il presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro, da sempre sensibile alle tematiche legate alla sanità e ai diritti dei malati. “Accolgo con grande favore questo annuncio che sicuramente dà una forte boccata d’ossigeno a una struttura ormai al collasso. Il provvedimento di certo non risolverà in maniera definitiva gli annosi problemi del nosocomio lidense - spiega De Pierro -, ma certamente può essere ritenuto un buon inizio verso una soluzione piuttosto efficace".
Il presidente dell’Italia dei Diritti conosce bene la struttura ospedaliera di Ostia, del cui Pronto Soccorso denunciò le condizioni penose già all’inizio del 2008 incatenandosi simbolicamente. “E’ molto tempo ormai che denunciamo la situazione di forte precarietà, sia strutturale, sia funzionale, per carenza di personale”, aggiunge De Pierro. “Non posso che sorridere a questo punto di fronte al fatto che le nostre denunce e le nostre proteste, anche eclatanti, hanno sortito un primo effetto. Il raddoppio sicuramente non sarà sufficiente per sopperire alla richiesta emergenziale dell’utenza, in quanto se analizziamo il numero di abitanti per cui l’ospedale Grassi è un punto di riferimento scopriamo che esso è uguale a quello di una città come Trieste, che al contrario possiede quattro strutture ospedaliere di cui una è un polo universitario. Tra l’altro il territorio alle cui esigenze sanitarie risponde l’ospedale di Ostia è in costante incremento demografico, altra ragione per cui le misure annunciate dalla Regione Lazio non saranno sufficienti”.
De Pierro non abbassa la guardia e, pur accogliendo l’ampliamento strutturale, auspica un contestuale incremento di personale: “Si parla di un aumento di posti letto, ma non si accenna assolutamente a quello che è il vero grande problema del Grassi: il Pronto Soccorso. Chiunque vi ricorra ha la sensazione di non trovarsi più in Italia ma in una struttura da Terzo Mondo o in un centro di accoglienza per immigrati, tale è il sovraffollamento, con code che diventano interminabili e snervanti. Tutto ciò naturalmente va a svantaggio della risposta clinica e diagnostica e della qualità del servizio in genere, in quanto si va a sovraccaricare di lavoro i sanitari incolpevoli, che tra l’altro devono subire, dacché in prima linea, anche lo sfogo dell’utenza esasperata”.