L'incendio è divampato in una area di servizio. Per gli inquirenti è possibile qualsiasi ipotesi

 

 MILANO (20 marzo) - All'inizio sembrava un regolamento di conti: un'auto data alle fiamme per cancellare qualsiasi traccia sul corpo, carbonizzato dal fuoco, nascosto nell'abitacolo.

Questa mattina, invece, per la Polizia stradale si sono aperti altri scenari perché il cadavere è di don Silvano Caccia, per dieci anni responsabile dell'Ufficio famiglie della curia milanese.

Il rogo è stato scoperto poco prima della mezzanotte di ieri sull'autostrada Torino-Venezia, nell'area di servizio “Brianza Nord”, nei pressi di Caponago a una ventina di chilometri dal capoluogo, in direzione di Milano. Una volta spente le fiamme, all'interno dell'abitacolo è stato rinvenuto un cadavere e per ore non è stato possibile il riconoscimento dal momento che tutto, targhe dell'auto comprese, era stato distrutto dalle fiamme. Questa mattina invece, è avvenuto il riconoscimento. Il corpo carbonizzzato è di don Silvano Caccia, 55 anni, parroco di Giussano (Milano).

L'incendio dell'auto era stato segnalato da alcuni clienti di un autogrill, non distante. Le indagini sono condotte dalla Polstrada. Al momento gli inquirenti non escludono alcuna pista investigativa: il sacerdote, che stava rientrando da un viaggio in Trentino, potrebbe aver accidentalmente lasciato cadere una sigaretta accesa o l'incendio potrebbe essere stato causato da un malfunzionamento del vecchio motore a gas. Tutte le ipotesi sono comunque ancora aperte.

L'inchiesta della procura. La Procura di Monza, che indaga sulla morte di don Silvano Caccia, attende la relazione dei vigili di fuoco che dovrà stabilire l'origine dell'incendio che ha causato la morte del sacerdote. La relazione dovrà stabilire se il rogo abbia avuto cause dolose o accidentali (anche se gli agenti della stradale di Seriate (Bergamo) propendono per l'incidente che avrebbe portato all'incendio dell'impianto a Gpl della vettura di don Caccia). Inquirenti e investigatori cercheranno anche di ricostruire le ultime ore di vita del sacerdote che era di ritorno dal Trentino, dove aveva partecipato agli esercizi spirituali. Non vi è traccia, allo stato, di elementi che facciano ipotizzare un'aggressione o una rapina, ma non è privilegiata nessuna pista investigativa. Sul corpo di don Caccia è stata disposta l'autopsia.

Secondo la Polizia stradale di Seriate (Bergamo), che al momento si sta occupando della vicenda, potrebbe essere stata un'improvvisa fuga di gas a provocare l'incendio che ieri sera ha bruciato l'auto di don Caccia. È questa l'ipotesi più plausibile secondo la polizia stradale. A scatenare il rogo sarebbe stato dunque un guasto all' impianto gas della vettura. Gli investigatori non escludono altre ipotesi che però al momento appaiono meno probabili, come quella di un mozzicone di sigaretta lasciato acceso. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Alessandro Gentile di Monza. Per capire meglio cosa è successo saranno anche effettuate delle perizie sulla vettura bruciata.

Don Silvano Caccia era nato a Trezzo sull'Adda (Milano) e in ottobre avrebbe compiuto 55 anni. Era stato ordinato sacerdote nel 1982. Laureato in pedagogia, aveva insegnato al Seminario Arcivescovile di Venegono e nel 2001 era diventato responsabile del Servizio per la Famiglia nella Curia di Milano, voluto in quella posizione dall'allora Arcivescovo, cardinale Carlo Maria Martini. Nell'ottobre scorso aveva assunto la responsabilità della comunità pastorale di Giussano, che comprende cinque parrocchie. Don Caccia era andato in Trentino mercoledì per gli esercizi spirituali ma, ieri, aveva deciso di fare rientro a Giussano, a bordo della sua Punto alimentata a gpl. Sulle cause della morte del sacerdote sono in corso indagini. La scorsa notte alla camera mortuaria dell'ospedale di Gorgonzola (Milano) si è recato a pregare anche l'attuale arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, di cui don Caccia è stato per anni stretto collaboratore. Tettamanzi ancora recentemente gli aveva dimostrato la sua stima inviandolo, malgrado non fosse più responsabile del Servizio per la Famiglia, a Città del Messico per l'incontro mondiale delle famiglie, in gennaio, in vista del prossimo appuntamento che si terrà a Milano nel 2012.

Il cardinale Dionigi Tettamanzi ha detto: «Sono stato suo professore in Seminario, poi è stato mio stretto collaboratore, soprattutto in questi ultimi tre anni, nel lavoro comune sui percorsi pastorali sulla famiglia». Tettamanzi ha ricordato che don Silvano Caccia «aveva accettato con entusiasmo l'impegnativo incarico di guidare la comunità pastorale San Paolo di Giussano». Si tratta di un complesso di quattro parrocchie, in una zona a forte impronta cattolica. Domani sera il cardinale Tettamanzi, che la scorsa notte si era già recato nella camera mortuaria dell'ospedale di Gorgonzola dove era stato composto il corpo di don Silvano, celebrerà una messa in suffragio del sacerdote nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, a Giussano. Un sacerdote generoso. «Esprimo la mia più viva partecipazione al dolore della diocesi di Milano per la morte improvvisa di don Silvano Caccia, sacerdote da noi apprezzato soprattutto per il suo impegno nell'ambito della Pastorale familiare». È così che l'arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan, ha commentato la notizia della scomparsa di don Silvano Caccia. Don Caccia, come riferisce una nota, era giunto a Trento martedì scorso, il 17 marzo, per qualche giorno di ritiro e di riposo. Era stato accolto nella Comunità dei Padri Venturini, che ha lasciato ieri sera.

Il messaggio del cardinale Martini. «Vorrei esprimere - si legge in un messaggio inviato dal cardinale Carlo Maria Martini - all'Arcivescovo cardinale Tettamanzi e alla famiglia il mio cordoglio per il carissimo don Silvano Caccia, che il Signore ha chiamato misteriosamente a sè». «Era stato mio stretto collaboratore per il tema della famiglia - ha detto il cardinale Martini - e ricordo tanti suoi interventi al proposito. Vi sono vicino con la preghiera di suffragio».

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