L’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio è uno dei dieci destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio

 

 

MILANO - Mario Chiesa, ingegnere, allora presidente del Pio Albergo Trivulzio, casa di riposo nota anche come "Baggina", fu il primo arrestato dell’inchiesta passata alla storia come Mani Pulite, che portò a galla il sistema delle tangenti e che rivoluzionò la vita politica italiana. Era il 17 febbraio 1992 e a tradirlo fu una mazzetta da sette milioni di lire. Esponente del Psi, era diventato presidente del Trivulzio nel 1986, acquisendo potere e meriti in ambienti politici, anche se alla fine si era legato soprattutto a Craxi. Quello che fu definito "mariuolo" proprio dal leader socialista, aprì la strada all’inchiesta dei magistrati milanesi - che a quel tempo avevano in primo piano l’allora pm Antonio Di Pietro - quando decise, dopo cinque settimane di carcere, di spiegare il sistema delle tangenti per la spartizione degli appalti.

Le indagini si estesero a migliaia di persone, fra politici, amministratori, imprenditori. E Tangentopoli divenne un pezzo di storia d’Italia. Mario Chiesa rimediò, attraverso i riti alternativi - mai fu giudicato pubblicamente - condanne per 5 anni e 4 mesi, restituì sei miliardi e, otto anni e mezzo dopo quel febbraio ’92, nell’agosto 2000 uscì definitivamente dalla scena di Tangentopoli, dopo aver passato un periodo in prova ai servizi sociali, occupandosi di assistenza ai disabili. Da tempo sembrava ormai ai margini della cronaca. Oggi, invece, torna protagonista con l’arresto disposto dalla magistratura di Busto Arsizio (Varese) nell’inchiesta sul traffico di rifiuti.