Lo scrittore fu assassinato all'Idroscalo di Ostia nel 1975. La richiesta avanzata dall'avvocato Maccioni e dalla criminologa Ruffini: ''Siano fatte indagini scientifiche su reperti conservati al Museo criminologico''. L'avv. Marazzita: ''Si esamini la maglietta con cui il poeta si tamponò la ferita''. Alla base della nuova inchiesta le dichiarazioni di Pelosi pubblicate nel libro 'Profondo Nero'. Si ipotizza un collegamento con il caso Mattei

 

Roma (Adnkronos/Ign) - Sara' il pubblico ministero Diana De Martino a esaminare e a decidere dell'accoglimento dell'istanza con la quale l'avvocato Stefano Maccioni, coordinatore nazionale di 'Giustizia per i diritti', e la criminologa Simona Ruffini hanno chiesto il 27 marzo scorso alla procura di Roma di riaprire il caso Pasolini.

Lo scrittore fu ucciso all'Idroscalo di Ostia nella notte fra l'uno e il 2 novembre del 1975 da Pino Pelosi, che per quel delitto ha scontato una pena definitiva.
A darne notizia e' lo stesso avvocato Maccioni, ricordando che lo spunto per la richiesta fatta alla procura sono le dichiarazioni fatte da Pelosi il 12 settembre del 2008 e riprese dagli autori del libro 'Profondo Nero. Matteo, De Mauro, Pasolini, un'unica pista all'origine delle stragi di Stato', Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza. Altro spunto, secondo la richiesta, viene fornito dalle indagini svolte dal pm di Pavia Vincenzo Calia, che ha indagato sulla morte di Enrico Mattei.
Con l'istanza viene chiesto al magistrato di analizzare compiutamente quanto contenuto nelle indagini svolte dal pubblico ministero Vincenzo Calia in relazione alla morte di Enrico Mattei, e in particolare quanto emerso con riferimento al manoscritto ''Petrolio'' di Pasolini e al libro ''Questo e' Cefis'' di Giorgio Steimetz, ovvero la tesi secondo la quale Pasolini sarebbe venuto a conoscenza dei mandanti dell'omicidio Mattei indicandoli proprio nel romanzo ''Petrolio''.
Maccioni e Ruffini chiedono inoltre di accertare se sussista un collegamento tra le morti di Enrico Mattei, Mauro De Mauro e Pier Paolo Pasolini e che siano fatte le necessarie indagini scientifiche sui reperti conservati presso il museo criminologico di Roma, reperti che potrebbero fornire spunti di indagine.
''Ci auguriamo che il pubblico ministero decida di accogliere la nostra istanza - sottolineano i promotori dell'istanza - richiedendo al piu' presto al gip di disporre nuovi accertamenti. Appare quasi paradossale che prima di porre la parola fine a questa vicenda non si sia proceduto a svolgere i necessari accertamenti tecnici-scientifici sui reperti custoditi presso il museo criminologico di Roma, come peraltro sostenuto dal comandante del Ris dell'Arma dei carabinieri, colonnello Luciano Garofano''.
Secondo l'avvocato Nino Marazzita , che nel processo per l'omicidio del poeta fu legale di parte civile, una svolta nell'indagine potrebbe arrivare grazie all'esame della maglietta con la quale lo scrittore si tampono' il sangue prima di morire la notte dell'aggressione all'idroscalo di Ostia.
"Fermo restando l'aspetto letterario del libro 'Profondo nero' - dice Marazzita all'ADNKRONOS commentando la possibile riapertura dell'inchiesta da parte della procura di Roma - la piu' concreta possibilita' per giungere ad un accertamento serio e' quella di analizzare i reperti che si trovano nel museo del crimine di Roma e che sono ben conservati. Non e' improbabile che su questi ci siano ancora delle tracce ematiche. In particolare sulla maglietta con la quale Pasolini tento' di tamponare la gravissima ferita alla testa".

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