In poche ore centinaia di commenti su forum e Facebook. Appello a Napolitano e voglia di scendere in piazza

Gabriele Sandri (foto tratta da Facebook)


«Ora vedrete la nostra giustizia. Vigliacchi, senza pistola non contate niente».

 Esplode anche sul web la rabbia dei tifosi, non solo quelli laziali, dopo la sentenza per la morte di Garbriele Sandri. Il tribunale di Arezzo ha appena condannato il poliziotto Luigi Spaccarotella a sei anni di carcere per omicidio colposo e sul web si rincorrono già i commenti degli ultras e di normali cittadini. In meno di 48 ore ne arrivano circa 200 al sito dedicato a Gabriele Sandri. Molte di più, le opinioni scambiate sulla pagina di Facebook intitolata al tifoso laziale che raccoglie oltre 40 mila iscritti.

L'immagine di Gabriele allo stadio (foto tratta da Facebook)
L'immagine di Gabriele allo stadio (foto tratta da Facebook)

UNA SENTENZA INGIUSTA - «Vergogna» è la parola che si ripete più volte. Il popolo dello stadio si ribella e chiede giustizia per un «fratello» ucciso mentre andava in trasferta. «Per l'ennesima volta ci avete dimostrato che la legge non è uguale per tutti» scrivono in molti sul sito dedicato a Sandri. L'accusa più ricorrente, infatti, è quella alla giustizia italiana che userebbe due pesi e due misure: mano pesante per gli ultras, condanna troppo lieve per un uomo in divisa. «Ma se a sparare fosse stato un cittadino qualunque la sentenza sarebbe stata la stessa?» si chiede una mamma. «Senza parole: in ogni maledette trasferta potrebbe esserci un nuovo Gabriele Sandri. La vita di una persona innocente vale solo 6 anni?» si interroga un tifoso. E un altro, analizza la sentenza con un occhio tecnico: «Sono un ultrà che studia Giurisprudenza. Da quando hanno letto la sentenza non riesco proprio ad aprire i libri. Tutta teoria, si parla di certezza del diritto, ma l'unica certezza è che 'Spararotella' non si farà nemmeno un giorno di carcere fino al giudizi di appello».

Lo striscione e le proteste a Ponte Milvio dopo la sentenza (foto Mario Proto)
Lo striscione e le proteste a Ponte Milvio dopo la sentenza (foto Mario Proto)

L'INCITAZIONE A SCENDERE IN PIAZZA - Nella lunga serie di commenti non mancano quelli più duri. Una stretta minoranza, ovviamente, qualche volta messa a tacere dagli stessi tifosi. Ma bisogna notare che più di un post spinge a farsi giustizia da soli. «Questo Stato sta diventando uno di quei regimi in cui alla polizia è tutto concesso. Bisogna fare qualcosa: loro pensano che i riflettori si siano spenti sulla vicenda ma non sanno che siamo ancora di più arrabbiati. Non hanno preso in giro solo la famiglia Sandri, hanno preso in giro tutti gli Italiani» si legge sul forum. Qualcuno va oltre: «Troppe parole sono già state spese, sarebbe il momento della rivoluzione! Come l'11 novembre 2007 dovremmo assaltare caserme e stavolta anche i tribunali!» scrive Emanuele su Facebook. E, in effetti, nella notte di martedì 14, decine di ultrà hanno lanciato sassi e bottiglie contro la stazione dei carabinieri di Ponte Milvio, per fortuna senza gravi conseguenze.

L'APPELLO A NAPOLITANO - Poche ore dopo la sentenza, parte dal web la proposta di un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Una mail da inviare al Quirinale (si danno anche indicazioni su come raggiungere la pagina giusta del sito internet) per esprimere la propria rabbia contro la sentenza. Per i tifosi che accusano lo Stato di coprire gli errori della polizia, la figura di Napolitano rappresenta l'unica garanzia. «Il presidente deve capire che in Italia non c'è giustizia e che con questa sentenza è stata ammazzata la nostra Costituzione» scrive un tifoso sul blog.

L'UNIONE TRA LE DIVERSE TIFOSERIE - Il caso Sandri riesce nell'impresa quasi impossibile di riunire le due sponde del Tevere. Sui blog e su Facebook sono numerosi i commenti lasciati dai tifosi romanisti. «La curva Sud chiede giustizia per Gabriele e si associa all'invito di scrivere a Napolitano contro l'abominevole giustizia italiana». Non solo: arrivano commenti un po' da tutta Italia, da Nord a Sud. «Spero che nonostante il dolore per una perdita così grossa e una vergognosa ingiustizia i cittadini e i tifosi di tutta italia protestino insieme» scrive una donna di Firenze. Uniti «perchè non deve e non può finire cosi - aggiunge un 'vecchio ultras granata' -. Ora non abbiamo colori su cui confrontarci, ora abbiamo come unico ideale un ragazzo come noi che amava il calcio e la sua squadra del cuore. Con rispetto oltre la rivalità».

I DUBBIOSI - Nella grande mole di commenti sdegnati, si contano anche una mezza dozzina di innocentisti e qualche provocatore subito zittito. «E' logico che la morte di Gabriele dispiace a tutti - scrive un tifoso sul sito - ma siamo sicuri che non ha ragione il poliziotto? Secondo me i testimoni si sono messi d'accordo per incolparlo. Bisogna accettare la sentenza così com'è». «La pena è troppo pesante - aggiunge un altro -. Vergognosi sono tutti coloro che aizzano la gente».

IL VIDEO - E su Facebook il tam tam dei tifosi rilancia il servizio di Valerio Cataldi mandato in onda dal Tg2. Un video (anche su Youtube) che ricostruisce attraverso le chiamate dei soccorritori, quello che avvenne l'11 novembre del 2007 nell'autogrill di Badia al Pino, lungo l'autostrada A1. «Probabilmente un'azione di polizia per cui non vogliono raccontarci nulla. Però vogliono(un'ambulanza, ndr) con un medico» dice l'uomo di turno al Centro organizzativo autostrade alla centralinista del 118 che sta cercando di indirizzare i soccorsi. Il 113, infatti, ha chiesto l'intervento di un'ambulanza con medico: una procedura fuori protocollo. «Fa male risentire e rivivere quei momenti ma non dobbiamo dimenticare mai» scrive Emanuele in un commento al video postato su Facebook. E Ida si riallaccia a un altro caso di cronaca giudiziaria di questi giorni: quello di Federico0 Aldrovandi. «Povero Gabriele. Ma Federico è andata peggio... Ai suoi quattro assassini in divisa tre anni e sei mesi. Una villeggiatura in pratica. Sono davvero disgustata per queste due sentenze».