Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Pur essendo antiproibizionista la sparata di Sgarbi è fuori luogo, sarebbe bene che si ritirasse a vita privata”

 


Roma - “Tengo a precisare innanzi tutto che il provvedimento della Moratti ha molto il sapore di spot e propaganda in quanto difficilmente si riuscirà a controllare a causa della presenza di molti elementi contingenti. Pur ritenendo giusto il principio di fondo applicato, non credo che con il proibizionismo si possano ottenere risultati soddisfacenti”. Questo il primo commento del presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro alla notizia delle nuove e restrittive norme antialcol, messe a punto dal Comune di Milano, che ne vietano la vendita e il consumo ai minori di sedici anni. Nonostante la sua posizione antiproibizionista, De Pierro scaglia un duro attacco alle incitazioni di Vittorio Sgarbi che provocatoriamente invita i giovanissimi a bere. “Ciò non toglie comunque - prosegue De Pierro - che la sparata provocatoria ed esibizionistica di Sgarbi sia assolutamente fuori luogo, anacronistica, diseducativa e incosciente di fronte a campagne informative antialcol che impazzano ovunque e all’incremento preoccupante del numero di giovanissimi che abitualmente fanno uso di alcol, purtroppo sovente accompagnato a droghe di vario genere”. Sulla presunta motivazione dell’attacco di Sgarbi alla Moratti, De Pierro vede motivi più personali e pungente aggiunge: “La sparata dell’ex omino dell’audience, sa tanto di ripicca nei confronti del sindaco Letizia Moratti che non molto tempo fa lo ha messo alla porta dalla giunta meneghina. Per il bene dell’Italia, dei giovani e della società in generale, sarebbe bene che Sgarbi non occupasse alcun tipo di scranno istituzionale essendo notoriamente pregiudicato per truffa allo Stato. Quando la signora Moratti ha nominato assessore il personaggio in questione, che all’inizio degli anni novanta riuscì addirittura a candidarsi come sindaco socialista nel comune di San Severino Marche e contemporaneamente come deputato liberale in un blindato collegio sardo, era probabilmente a conoscenza dei suoi trascorsi giudiziari. Quindi - conclude polemico De Pierro - piuttosto che elargire deleteri consigli e inviti ai giovani, che di tutto hanno bisogno meno che delle sue fuorvianti ed eccentriche esternazioni, farebbe bene ad abbandonare la scena politica ritirandosi a vita privata e a disertare in maniera assoluta i palazzi del potere e quei pochi salotti televisivi che ancora hanno l’ardire d’invitarlo con il suo nutrito repertorio fatto di turpiloqui e di triviali ‘neologismi’ d’avanspettacolo”.