Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Il verdetto della Consulta è sinonimo di democrazia. Ora vogliamo che la giustizia chiarisca le responsabilità penali a carico del premier”



Roma – “E’ già un’anomalia il fatto stesso che in questi giorni la scena politica sia occupata dagli sviluppi della decisione della Consulta sul lodo Alfano.

In uno stato normale una legge di questo tipo non sarebbe mai stata varata soprattutto in presenza dell’articolo 3 della Costituzione Italiana che prevede l’uguaglianza, davanti alla legge, di tutti i cittadini”. A dirlo è Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, che commenta così la sentenza della Corte Costituzionale che ieri ha dichiarato illegittimo il lodo Alfano, il provvedimento che sospendeva tutti i processi penali nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato.

E’ l’articolo 3 e 138 della Costituzione ad essere violato dalla legge approvata dal Parlamento nel luglio 2008 e promulgata poi dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Dunque la sentenza di ieri azzera il provvedimento, riavviando così i due processi milanesi in cui Berlusconi è indagato. “Sono rattristato del fatto di doverne discutere ancora, visto che da15 anni in Italia non si fa altro che promulgare leggi destinate a salvaguardare il premier dalle imputazioni della magistratura. Non so e non mi permetterei mai – continua il fondatore del movimento a tutela e difesa dei cittadini - di dire se il premier è colpevole o innocente, sta di fatto che se continua a farsi scudo con leggi appositamente nate per fornirgli una sorta di impunità, questo non ci sarà mai dato sapere”.

Dalla parte del presidente del Consiglio del Consiglio si è schierata tutta la maggioranza di governo, criticando la decisione della Consulta e difendendo lo stesso provvedimento. “Il comportamento del centro-destra appare quanto mai scriteriato e irresponsabile denotando una mancanza totale di rispetto istituzionale nei confronti della Corte Costituzionale e trasmettendo un messaggio molto negativo ai cittadini – precisa De Pierro – Inoltre non è un mistero che Forza Italia sia stata fondata anche da qualche pregiudicato e che nelle file del PdL si annidano molti soggetti sulle cui teste pesano condanne definitive a vario titolo. Quindi l’atteggiamento tenuto evidenzia una sorta di copertura dell’illegalità espressa per meri calcoli e opportunismi politici”.

De Pierro sferra poi l’attacco anche contro la Lega Nord mirando la dubbia coerenza del Carroccio. “Bossi annuncia una guerra di popolo ed è molto grave per chi un giorno aveva difeso a spada tratta l’operato di Tangentopoli e gridava nelle piazze che mai si sarebbe alleato con i fascisti. D’altronde per la Lega le contraddizioni fanno parte della propria peculiarità genetica.”

De Pierro invita poi a riflettere su un paradosso circa l’atteggiamento critico di una parte del potere verso la magistratura. “Proviamo a immaginare ad una nazione dove questa sorta di immunità che Berlusconi si è garantito, a colpi di legge e decreti e con gravi responsabilità anche della sinistra, riuscisse a garantirsela chiunque si macchi di violazione del codice penale. Lo scenario inquietante non ha bisogno di ulteriori elementi per essere messo a fuoco. Alla luce di ciò – continua il presidente dell’Italia dei Diritti - non possiamo che essere soddisfatti per il pronunciamento da parte della Consulta che, anche se per poco, ci ha fatto respirare qualche anelito di democrazia”.

E sui possibili scenari futuri che potrebbero delinearsi a seguito della sentenza, De Pierro dice: “Se questi signori avranno l’impudenza di iniziare un lavoro per partorire una legge costituzionale, in seguito a quanto pronunciato dalla Consulta, ci troveremmo seriamente di fronte ad un processo di decadenza irreversibile della democrazia”. E sulle dimissioni del premier chieste da alcune forze politiche di sinistra, l’esponente del movimento afferma: “Non mi soffermerei molto su questo fatto in quanto, con questa sentenza, è stato semplicemente ribadito un elementare concetto democratico di eguaglianza. Berlusconi – conclude De Pierro - si  faccia processare e per la questione politica auspicherei delle dimissioni ma non certo con riferimento a questo episodio ma per tutto quanto il Cavaliere ha attuato in materia politica dall’inizio del mandato, con danni irreparabili per la nazione. Chiudo con una sola certezza, che i cittadini onesti plaudono certamente la sentenza in questione e sono con noi. Chi è in disaccordo o è mosso da interessi di vario tipo o è vittima di una grave distorsione della coscienza da parte di un informazione abilmente mistificata e manipolata”.