Il presidente dell’Italia dei Diritti :Nessuno venga a dirci che questa non è una legge ad personam in quanto mira a tutto quanto serve al Premier per l’impunità nel processo ‘Mills’. Da oggi, sono molti i corrotti che saranno maggiormente invogliati a continuare nella loro condotta criminale”

Roma –“Sono profondamente indignato di fronte a quanto successo, se c’era ancora qualche dubbio, adesso possiamo essere certi che ci troviamo di fronte ad una maggioranza che ha legiferato e legifera per rispondere agli interessi del Premier. Ritengo lecito domandarsi se questa proposta di legge sarebbe stata ugualmente formulata se non fosse esistito Berlusconi”.

Commenta con queste parole Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, l’approvazione alla Camera con 314 sì e 296 no, del provvedimento sul “processo breve”, norma che fissa termini di fase per ciascun grado di giudizio e accorcia i tempi d’azzeramento dei reati

 

“Da oggi – analizza  De Pierro - , sono molti i corrotti che saranno maggiormente invogliati a continuare nella loro condotta criminale, infatti questo provvedimento salvaguarderà i comportamenti illeciti dei ‘colletti bianchi’, che nella maggior parte dei casi sono incensurati. Quindi, ben lungi dal varare un espediente anticorruzione, com’era  più volte stato sbandierato, ora gli italiani onesti quando vedranno l’esponenziale aumento  della corruttele dovranno ringraziare gli esponenti della Lega e del Pdl, in particolar modo i loro elettori che hanno risposto più ai proclami roboanti della propaganda dell’asse Bossi – Berlusconi, piuttosto che al lume della ragione. Infatti penso che chi ha votato questa maggioranza o l’ha fatto per rispondere al richiamo d’interessi personali, cosa che avrebbe anche una logica, sebbene discutibile, oppure per mera ignoranza o incapacità di comprendere ciò che stessero facendo. Nessuno venga a dirci – sottolinea il presidente dell’Italia dei Diritti -  che questa non è una legge ad personam in quanto mira a tutto quanto serve al Premier per l’impunità nel processo ‘Mills’. Anzi sembra sia studiata apposta per favorire il Presidente del Consiglio :  vale per gli incensurati e infatti Berlusconi è incensurato, l’accorciamento è molto limitato , guarda caso giusto quel tanto che basta per evitare una condanna al Premier e, cosa più importante, queste regole si applicano quando non si è ancora in presenza di una sentenza di primo grado, e infatti in nessuno dei procedimenti che vedono imputato Berlusconi esiste già pronuncia di una primo verdetto”.

 

 

I deputati, riuniti in seduta notturna, hanno eseguito le procedure di voto mentre all’esterno di Montecitorio si levavano le proteste dei familiari delle vittime di tante tragedie italiane, toccate negativamente dalle modificazioni giurisprudenziali. La discussa norma cancellerà infatti numerosi procedimenti, tra cui l’inchiesta seguita al terremoto dell’Aquila, quella per la strage di Viareggio, quelle per i crac Cirio e  Parmalat e quella sullo scandalo rifiuti a Napoli.

 

“Il problema – evidenzia il presidente dell’Italia dei Diritti - è che per salvare Berlusconi si manderanno al macero tantissimi processi, con le ovvie conseguenze. Il progetto iniziale prevedeva l’istituzione di processo breve con una durata prestabilita che, in caso di sforamento di tali tempi, si estingueva automaticamente, in un meccanismo che era manifestamente folle. Ora invece, in caso di sforamento, il tutto andrebbe a ricadere sul magistrato inadempiente, anche se l’eventuale ritardo fosse dovuto a carenze dell’apparato piuttosto che responsabilità individuali, sembrerebbe quindi quasi un’intimidazione nei confronti della magistratura. D’altronde lo stesso Alfano ha ammesso un aumento delle prescrizioni parlando di uno 0.2 %, cifra sulla quale non siamo d’accordo in quanto, in sintonia col Csm, riteniamo saranno almeno il 10% in più e di fronte all’alto numero di quelle che hanno già luogo abitualmente appare assurdo e illogico. Ancora più incredibile è che questo avvenga a fronte di un incremento del 30% dei reati di corruzione che, per essere debellata, necessiterebbe di una legge specifica, cosa che tra l’altro, è stata già imposta dalla normativa europea. E – sottolinea De Pierro - visto che il ministro Alfano si è ben guardato dal dire alla gente quali saranno i reati più colpiti dalla prescrizione breve, ci pensiamo noi. Si parla soprattutto di illeciti che vengono contestati ai famosi “colletti bianchi” e perciò:  truffa, aggiotaggio, bancarotta oppure incidenti sul lavoro e, naturalmente, la corruzione. Tutti crimini – conclude – che  inquinano ulteriormente il nostro sistema già abbondantemente malato per la condotta scriteriata di tanti rappresentanti istituzionali, politicanti e non, che, quotidianamente, mettono in atto comportamenti volti a salvaguardare gli appetiti personali e le smanie di privilegi, piuttosto che il bene supremo della collettività”.