La strage, gli attentati di Parigi e la guerra in casa: l'Occidente lo merita? Gli errori commessi e i 'nostri' alleati che hanno finanziato l'Isis.

 

di Fitzwilliam Darcy

Mentre l'intero Occidente è ancora sotto shock per gli attentati di Parigi, nel cuore dell'Europa, è il momento di riflettere sul significato che questi eventi hanno e avranno per la storia della nostra parte del mondo.

Un dato di fatto è che, per la prima volta, si tratta di un atto di guerra più che di un atto di terrorismo: l'Isis ha risposto ai raid francesi in Siria con un attacco nel cuore della capitale francese, la guerra del resto funziona così. In questo senso, sono molti gli interventi che si susseguono in queste convulse ore e giornate e la domanda che ci si pone da più parti è se l'Occidente, che ha sempre portato guerre imperialiste e per il petrolio in Medio Oriente, non meriti quanto sia accaduto. Un altro aspetto, che tenteremo di analizzare nei limiti di questo contributo, è come l'ascesa dell'Isis sia legata strettamente a finanziamenti che provenivano dai nostri migliori 'alleati' in Medio Oriente: insomma, l'Occidente, guidato da USA e Israele, avrebbe 'giocato con il fuoco' e queste ne sarebbero le conseguenze.

 

Gino Strada e gli attentati a Parigi: gli errori dell'Occidente

Un commento molto duro, anche se profondamente sentito, è quello di Gino Strada di Emergency, il quale, senza troppi giri di parole, ha dichiarato che gli attentati di Parigi sono il prezzo da pagare dopo anni e decenni di guerre portate indiscriminatamente nel Medio Oriente. Non significa assolutamente che l'attacco nel cuore della Francia non sia disumano oltre che vigliacco, in quanto colpisce la gente comune che sta trascorrendo una serata comune, ma è anche vero che lo spettacolo di Parigi è all'ordine del giorno nei paesi in cui la Nato, gli Usa e i suoi alleati (anche noi, ovviamente) portano costantemente terrore e morte: in Siria, sarebbe stato un giorno come un altro, così come in tante altre zone di guerra. Gino Strada, forse in maniera un po' utopistica, ritiene che l'unico antidoto alla violenza e smetterla di perpetrarla, anche se ora, forse, è troppo tardi. L'Isis diviene sempre più potente, si finanzia grazie alla vendita di petrolio, che acquistiamo anche noi, e soprattutto la sua ascesa è strettamente legata all'Arabia Saudita, paese alleato dell'Occidente e con il quale anche l'Italia, oltre Usa, Francia e Gran Bretagna, fanno 'buoni affari'. Insomma, la guerra è sempre sporca, ma questa volta l'Occidente sembra aver giocato male le sue carte.

L'Arabia Saudita e l'ascesa dell'Isis: quando gli affari contano più del futuro

Soltanto pochi giorni fa, il premier Matteo Renzi è stato in Arabia Saudita per ribadire i buoni rapporti economici tra i due paesi e promuovere le nostre aziende. Ebbene, nella prima fase dell'ascesa dell'Isis, l'Arabia Saudita, potenza sunnita proprio come il Califfato, ha avuto un atteggiamento di doppiezza nei confronti dell'Stato Islamico: proprio perché il mondo islamico è diviso tra sunniti e sciiti, i Sauditi ritenevano che 'aiutare economicamente' l'Isis poteva significare mettere in crisi la grande potenza sciita, l'Iran. Poi, dopo l'ascesa del Califfato e la manifestazione delle sue durezze, l'Arabia Saudita ha cambiato politica e l'Isis rappresenta oramai una minaccia per tutti i paesi mediorientali. Il doppio gioco della potenza saudita ha fallito, l'idea di potersi mettere a capo di un movimento anti-occidentale e poter sfruttare a proprio favore il Califfato si è rivelato un grave errore: e così, ci troviamo a fare 'affari d'oro' con il paese che ha posto le basi della potenza dell'Isis. A questo punto, sembra chiaro come la posta in gioco sia molto più alta di quella riguardante il 'problema migranti' e sembra quasi che l'Occidente abbia, sbagliando su tutta la linea, costruito il proprio nemico.

 

Fonte Blasting News