di Daniela Cipolloni
È boom degli psicofarmaci in Usa, i giovani li preferiscono alle droghe pesanti, all'alcool e alle sigarettte. Li trovano più facilmente, li pagano di meno e non hanno problemi con la legge
Stimolanti per ritrovare la carica, sedativi per tenere a bada l'ansia, ipnotici che aiutano a prendere sonno. Ma basta con cocaina, eroina, ecstasy, Lsd. Negli Usa le giovani generazioni alle droghe pesanti preferiscono gli psicofarmaci. Più economici, più facili da reperire, legali e, nella percezione comune, meno pericolosi. Secondo l'inchiesta 'Monitoring the Future', commissionata a partire dal 1975 dal National Institute on Drug Abuse e condotta dalla University of Michigan su 50 mila studenti di 400 scuole, il consumo di stupefacenti è diminuito drasticamente rispetto al picco toccato verso la metà degli anni Novanta. Alcol e sigarette sono ai minimi storici. Di contro, è salito l'abuso di medicinali che agiscono sul sistema nervoso centrale. Nel 2005 circa il 7,2 per cento dei diciottenni ha fatto uso di sedativi e barbiturici per motivi non terapeutici, e il 5,5 per cento di ossicodone, oppiaceo indicato per la terapia del dolore. Complessivamente, il numero dei ragazzi fra i 13 e i 18 anni che ha assunto psicofarmaci è triplicato rispetto al 1992. Un boom che riguarda in particolare le benzodiazepine, a effetto sedativo e ipnotico. Complice la massiccia pubblicità lecita negli Usa, i rischi di questo abuso sono ampiamente sottostimati: "Antipsicotici, barbiturici e benzodiazepine, proprio come l'eroina, creano dipendenza e portano alla sindrome da astinenza quando se ne sospende l'assunzione", avverte Franca Davanzo, responsabile del Centro anti veleni (Cav) dell'Ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano: "Così un farmaco usato per dominare l'ansia, interrotto di colpo, scatena crisi estremamente più acute".

In Italia la moda di drogarsi con psicofarmaci pare ancora latente, ma è tangibile il consumo spropositato dei medicinali: "Su 57 mila telefonate all'anno, 20.370 sono dovute a intossicazioni da farmaci, e nel 42,9 per cento dei casi si tratta di assunzione volontaria. Non abbiano riscontrato dati preoccupanti sull'abuso di psicofarmaci nei giovani", conclude Davanzo, "ma i tentati suicidi con farmaci sono ulteriormente aumentati".