Credibile. Questo è il giudizio che gli investigatori hanno dato finora sulle rivelazioni di Lady Asl. Precisa ed essenziale, la 'santona' delle cliniche private dopo 5 mesi di carcere ha deciso di scrivere il romanzo criminale della Sanità laziale. Come ha sempre fatto nella sua carriera di imprenditore venuto dal nulla, anche nelle confessioni ha badato al sodo: chi chiedeva i soldi, per conto di chi, come veniva pagato. Importi in lire, perché lei con gli euro non ha ancora familiarità. I verbali di Anna Iannuzzi hanno determinato otto ordini di cattura: tra loro due uomini chiave della gestione Storace e Francesco Vaia il manager passato dalla stagione di Badaloni, a quella del centrodestra per riciclarsi sotto Marrazzo. Ma Lady Asl ha parlato anche di altri politici, parlamentari e ministri, senza risparmiare bordate a destra e sinistra. Nessun provvedimento cautelare: i carabinieri del reparto operativo di Roma sono a caccia di riscontri. Bisognerà quindi aspettare settembre. Ma intanto è finito nel registro degli indagati Marco Verzaschi e la sua posizione potrebbe provocare più di una crepa nella maggioranza. Verzaschi è il sottogretario imposto alla Difesa da Mastella nel momento in cui ha dovuto rinunciare al dicastero militare. Non a caso gli è stata data la delega all'Esercito, serbatoio di reclute in quelle regioni meridionali fondamentali per l'Udeur. Ma il pacchetto di voti di Verzaschi, una carriera nata nella Dc per poi passare a Forza Italia e infine all'Udeur, è stato determinante anche per la vittoria di Marrazzo. Insomma, non è certo una pedina che si possa sfilare senza ripercussioni. In una memoria presentata dall'avvocato Titta Madia, il sottogretario ha respinto le accuse, spiegando di avere avuto rapporti con la donna solo in due occasioni: la prima per bocciare un piano di riduzione delle liste d'attesa, la seconda per accreditare a una delle sue cliniche 82 posti letto, condizionate a una convenzione universitaria. E le tangenti? "Tutto falso, è

una vendetta".

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