Agenzia singola o tripli servizi? Perché in fondo questo è lo snodo del dibattito sulla riforma dell'intelligence italiano. Da una parte il sogno di una rivoluzione che superi separazioni anacronistiche per un unico organismo, con poteri enormi: progetto sostenuto dall'ex ministro Giuseppe Pisanu. Dall'altra la creazione di un super Cesis, che passi dai vecchi compiti di 'orientamento' dell'attività alle funzioni di controllo e coordinamento di Sismi e Sisde: il disegno di Frattini. Di fatto però si tratterebbe di un terzo servizio, proseguendo sulla linea intrapresa da Silvio Berlusconi che ha affidato al Cesis la scorta del premier, con una ricca dotazione di agenti e mezzi.

Tutti sono convinti che l'attuale schema sia superato: il Sismi, dipendente dal ministero della Difesa, che si occupa di minacce esterne e il Sisde, sotto il Viminale per proteggere dai pericoli interni, sono stati concepiti in piena guerra fredda. Ma in questo momento manca il consenso politico per una riforma. Anche perché manca persino la volontà di chiudere con Nicolò Pollari. Maggioranza e opposizione hanno fatto quadrato intorno al generale. Qualche crepa si è aperta a Palazzo Chigi, dopo le rivelazioni sul dossier contro Prodi. Ma Ds e Margherita non indietreggiano. Un po' per i rapporti storici con Pollari, molto nel timore che una scelta immediata possa favorire un blitz della presidenza del Consiglio e compromettere future strategie di poltrone e sciabole. Oggi infatti sulle questioni della sicurezza esiste un'inedita intesa tra premier, ministri della Difesa e Interno: un asse che ha portato alla nomina di Gianfrancesco Siazzu al vertice dei carabinieri, con tre anni di mandato e idee chiare sul ruolo dell'Arma. Siazzu infatti ha parlato di "carabinieri gelosi delle loro prerogative", con un messaggio trasversale ai disegni per super-poteri a Gianni De Gennaro.



I progetti per l'intelligence sul tavolo di Enrico Micheli sono due. Il primo è quello dell'Agenzia unica che risponde al premier, con una branca dedicata alla minaccia interna e una a quella internazionale. I vantaggi? Ecco come li ha definiti il direttore del Sisde Mario Mori nella voce 'Intelligence' scritta per la Treccani: "Consentirebbe sia una più incisiva specializzazione, attraverso l'affinamento progressivo di esperienze professionali utili a fronteggiare le moderne forme di minaccia asimmetriche, globale e transnazionale, sia una maggiore economicità, in un settore dove i costi di gestione sono molto elevati e in costante crescita".

Il problema è il potere che verrebbe concentrato nel vertice dell'Agenzia, che richiederebbe un controllo parlamentare veramente forte. E il pericolo di deviazioni? Mori scrive: "L'intelligence per evitare pericolosi distacchi dalla realtà deve aprirsi all'esterno, confrontandosi ed interagendo con le espressioni più significative della società. L'asserto sembra in contraddizione con il carattere di riservatezza che ne dovrebbe circondare l'attività, ma questo indirizzo con i dovuti temperamenti appare ineludibile...".

Il super Cesis invece sembra un'ipotesi di facile realizzazione: una direzione strategica, con poteri di ispettorato e magari con la responsabilità del reclutamento per impedire 'bande personali'. In pratica, si crea un terzo servizio per ripulire e gestire meglio gli altri due. Un posto perfetto per De Gennaro, che ha doti di organizzatore e gode consensi nei due poli. Al suo posto al vertice della polizia potrebbe arrivare Achille Serra, altra figura considerata bipartisan.

 

Fonte:  http://espresso.repubblica.it/dettaglio//1329227/&print=true