di Massimiliano Fuksas
Un viaggio nei territori americani tra Salt Lake City e Las Vegas, tra generatori eolici e giardini, dove l'uomo è riuscito a mutare il panorama
Salt Lake City
Actar editore pubblica, dopo anni di studio, un libro dal titolo 'Desert America. Territory of Paradox'. Si tratta di viaggi che mettono insieme Salt Lake City, Las Vegas, il territorio delle tribù in migrazione costante, i luoghi sognati dai visionari che hanno trasformato il deserto in giardini, e i luoghi dove i generatori eolici sono disseminati come un'armata pronta a salvare o a produrre altri flagelli. In questo viaggio si coglie il paradosso della scoperta del deserto come luogo modificato dai test nucleari in Nevada, e i cui abitanti sono figli della guerra fredda, perché è stata la guerra fredda ad aver creato città per 30 mila abitanti costruite in meno di un anno con missili intercontinentali, a 90 minuti da Las Vegas. L'introduzione di Michael Kubo non vuole essere una colta analisi sulle modificazioni e sul valore del deserto, ma con immagini e percezioni rapide suggerisce quanto le nostre idee siano figlie di una volontà di catalogare e fare ordine. Il Salton Sea in California era considerato uno dei più grandi laghi e perciò quasi un'isola in California. Ospitò celebrità come Frank Sinatra e i Beach Boys. Furono costruite ville e i turisti mandavano 'greetings' from Only Sea Front Motel. Adesso il lago si è ritirato ed è completamente inquinato, i pescatori sono scomparsi, i milioni di pesci imputridiscono, mentre l'acqua ormai è salata. Bombay Beach è sul lato opposto di Salton City e in pozzanghere d'acqua le case mobili, care al nomadismo dell'American Dream, sono corrose e rendono spettrale la vita dei pochi abitanti rimasti. Concludo con missili e bombe esposti sulla sabbia del deserto e inutilizzati su 550 acri nel Nevada. Bomb City e anche Gun City, dove centinaia di invasati sparano con tutte le armi possibili a innumerevoli tirassegno, sono l'immagine di uno strano deserto, rappresentato da uno strano libro.