di Francesca Tarissi
Androidi maschili e femminili. Identici agli esseri umani, ma senza difetti. Capaci di muoversi, di parlare e perfino di eccitarsi. è l'ultima frontiera della tecnologia applicata all'eros. Che divide scienziati e psicologi
Una delle bambole vendute su sito RealDolls
Qualche compunto scienziato un po' in età si alza indignato ed esce dalla sala, qualcun altro più giovane ridacchia come se si fosse a scuola. All'Euron Roboethics Atélier, la cinque giorni di Genova sugli automi del futuro, si parla di sesso. Anzi, di robotica sessuale. è questa, infatti, l'ultima frontiera che i creatori di androidi intendono varcare: macchine create per dare piacere, da utilizzare in privato - da soli o in compagnia - per sostituire quelli che sono stati definiti come "degli obsoleti giocattoli", vale a dire i vibratori elettrici e le bambole gonfiabili vendute nei sexy shop.

A lanciare la pruriginosa bomba tra gli studiosi di automi è lo scienziato inglese David Levy: 61 anni, fondatore nel 2001 della Intelligent Toys Ltd e grande esperto di scacchi, Levy illustra le diapositive della sua presentazione: disegni, figure, immagini molto esplicite, che mostrano come macchine e sesso, in fondo, abbiano viaggiato sullo stesso binario fin dall'antichità: "Il futuro della robotica passa anche per le sex machines", afferma senza scomporsi. E dipinge uno scenario di androidi in grado di soddisfare le esigenze e le fantasie sessuali di uomini e donne: "Sono convinto che presto i robot diventeranno partner sessuali per un vastissimo numero di persone", dice: "Per averne un'idea, basta vedere come sono diventati popolari i vibratori o le bambole e immaginare quanto più divertente ed eccitante potrebbe essere per una persona possedere un robot che, oltre al resto, è in grado di stringerla tra le braccia, baciarla e magari dirle pure qualche frase romantica o erotica".

Un'idea strampalata? Pare proprio di no. Secondo lo scienziato Henrik Christensen, docente di Robotica all'Università di Stoccolma, "entro cinque anni al massimo la gente comincerà a far sesso con i robot" e l'esperienza diventerà sempre più appagante "a mano a mano che si svilupperà l'intelligenza artificiale. Quindi, quando queste macchine impareranno dalla loro stessa esperienza". Concorda Riccardo Campa, docente di Sociologia della Scienza all'Università di Cracovia e direttore della World Transhumanist Association: "Ci sarà un momento in cui i robot saranno quasi indistinguibili dagli esseri umani, ma più belli e privi di difetti", dice: "A quel punto, il loro utilizzo anche a fini sessuali sarà inevitabile". E con il perfezionamento dell'interattività, l'effetto verosimiglianza aumenterà proporzionalmente: attraverso dispositivi già esistenti (come la lettura dell'occhio o la gesture recognition) le bambole o 'i bamboli' reagiranno ai nostri movimenti e alle nostre emozioni. Uno scienziato di frontiera come Frank Tipler, fisico e matematico, docente alla Tulane University di New Orleans, profetizza addirittura che presto "ogni persona potrà avere non soltanto il più bel partner che abbia mai visto o che sia mai vissuto, ma anche il più bel partner la cui esistenza è logicamente possibile". Quello che Tipler chiama "il megamate logicamente perfetto". Anche David Levy non ha dubbi sulle sembianze dei sexy robot in arrivo: "Le persone saranno libere di scegliere le caratteristiche fisiche e l'aspetto del loro partner artificiale, esattamente come ora scegliamo molti prodotti da un catalogo sul Web". Bruno Siciliano, ingegnere di robotica e presidente dell'Ieee Robotics and Automation Society, spiega che "le applicazioni potrebbero essere destinate a entrambi i sessi, a vantaggio di performance decisamente migliori e adattabili all'utente, rispetto a quelle offerte attualmente dai sex toys. Anche se la mia previsione è che saranno le donne a essere le principali beneficiarie della nuova tecnologia, non fosse altro che per una questione di performance e prestazioni che una macchina potrebbe garantire rispetto a un uomo in carne e ossa".

Finora, in verità, gli oggetti in circolazione che più si avvicinano a dei giocattoli erotici di tipo evoluto, sono prevalentemente destinati al target maschile. Basta dare un'occhiata ad Amanda, Stephanie, Leah, Tami e Kaor: seni prorompenti, vita sottile e nemmeno un filo di cellulite, costituiscono il piccolo esercito di Real dolls, da più di un lustro in vendita (a circa 7 mila dollari l'una, spedizione compresa) sul sito dell'omonima e ormai celebre ditta americana. Unico rappresentante maschio della scuderia è Charlie: sguardo vacuo, muscoli in evidenza e, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, un membro di dimensioni decisamente nella norma. Il neo di queste creature è però evidente: sono completamente inanimate e quindi non consentono alcuna interattività.
Molto più evoluta è l''esperienza animatronica' che ai cultori del genere viene promessa da Andy, umanoide femmina inventata da Michael Harriman, un meccanico aeronautico di Norimberga: la sexy bambolona tedesca ha infatti al suo interno un cuore artificiale che accelera i battiti durante il rapporto sessuale, un radiatore che alza la temperatura corporea a simulare l'eccitazione, uno speaker collegato al cuore artificiale che produce ansimi in modo direttamente proporzionale al ritmo dell'amplesso, un dispositivo azionabile in remoto per muovere i fianchi, un sistema per l'emissione di finte secrezioni vaginali e un silicone ultra morbido che riproduce la sensazione del contatto con la pelle umana. Dulcis in fundo, l'inventore - che crea artigianalmente a mano uno per uno gli esemplari - l'ha dotata di microchip nelle orecchie: basta pronunciare alcune frasi standard e Andy amorevolmente risponde al suo interlocutore umano. La signorina artificiale, insieme alla cuginetta Loly, si trova in vendita sul sitowww.andydroid.com: è alta 1,59, pesa 38 chili e costa 5.280 euro. Loly costa un po' meno (3.860 euro), ma è anche assai più bassina di statura (1,40 metri), mentre la top model Linny (1,85 metri) è ancora in progettazione.

Le bambole semoventi sorridono e i modelli base si possono anche 'personalizzare' con diverse misure del seno e con una serie di parrucche o altri optional, che però ne fanno decollare ulteriormente il prezzo. Ultimamente, alla collezione si è aggiunto anche un equivalente maschile, Nax, uno stangone pelato di un metro e 92 che si può portare a casa per la modica cifra di 7.460 euro, forse un po' troppi per una verosimiglianza ancora approssimativa.

Più attraenti, e dalle potenzialità forse più interessanti, sono alcuni umanoidi femminili giapponesi come Actroid: gambe lunghe, minigonna e volto da top model, capace di muovere le braccia con naturalezza e di alternare 40 diverse espressioni emotive del viso, finora ha svolto solo funzioni di hostess (soprattutto alle fiere elettroniche), ma è senza dubbio graziosa e strizza l'occhio, seppur in modo assai prudente, all'immaginario erotico maschile (in Rete: www.kokoro-dreams.co.jp). Anche Repliee Q1, una brunetta dalla pelle in silicone creata sul modello di una famosa anchorwoman giapponese da Hiroshi Ishiguru dell'Università di Osaka, ha aspetto e misure assai piacevoli, anche se alla sua prima uscita pubblica (l'anno scorso, all'Expo di Aichi) è stata presentata in pantaloni e con un inappuntabile giacca rosa. Da un punto di vista tecnico, trasformare Actroid o Repliee in altrettante sexy dolls non sembra particolarmente complicato.

Le conseguenze sociali dell'ipotizzato boom degli androidi erotici sarebbero diverse e tutte ancora da definire. I profeti della robotica sessuale immaginano che il primo effetto sarebbe una drastica riduzione, se non la fine, del mestiere più antico del mondo: "Gli studi di psicologia e sociologia", sostiene Levy, "indicano che le persone vanno con le prostitute per molte differenti ragioni, ma quella più comune è il fare del sesso senza nessun tipo di coinvolgimento emotivo. Sicuramente le macchine, più degli esseri umani, saranno in grado di soddisfare questo bisogno". Concorda Franca Formenti, sviluppatrice insieme al suo team del Bio Doll's Mouse, un sito che ha come protagonista assoluta una donna virtuale al limite dell'hard: "I sex robot saranno presto dotati di detector e sensori in grado di percepire qualsiasi stimolo fisico ed elettromagnetico, ragione per cui le attuali prostitute e i gigolò sono destinati a diventare una classe di semi disoccupati".

In Giappone, del resto, l'imprenditore Hajime Kimura, notando il successo di vendite riscosso dalle Real dolls, ha creato i 'tsurekomi ryokan', hotel dell'amore (che fanno capo all'agenzia Doll No Mori) all'interno dei quali, per l'equivalente di circa 85 euro, 24 ore su 24, ci si può intrattenere poco più di un'ora con una Venere sintetica, da scegliere secondo i propri gusti tra 17 differenti modelli. Testati in via sperimentale a Tokyo, in meno di due anni gli hotel si sono moltiplicati fino diventare una catena diffusa in tutto il paese del Sol Levante.
Il successo di questa iniziativa, e il prezzo ancora piuttosto alto delle repliche più 'lifelike', fa pensare che il mercato dei sex robot vada, almeno in una prima fase, più verso l'affitto che non verso l'acquisto. Anche se le dinamiche psicologiche ed emotive nel rapporto tra uomo e macchina non sempre sono prevedibili: la fotografa Elena Dorfman (autrice delle immagini che compaiono in questo servizio) ha approfondito il tema parlando con i possessori delle dolls negli Stati Uniti, scoprendo che "a volte si instaurano delle relazioni quasi sentimentali: ho incontrato alcuni uomini che a nessun costo vogliono cambiare la propria partner artificiale". In fondo, se ci si affeziona a un'automobile o a una bicicletta, ci si può benissimo attaccare a un oggetto che ci procura un piacere assai maggiore.

Tuttavia, secondo gli esperti, tra gli effetti collaterali di queste macchine ci potrà essere anche dell'altro. Come, ad esempio, la diffusione di quelle che oggi vengono chiamate perversioni: in altri termini, ci saranno persone che sperimenteranno sui robot quel tipo di esperienze che, per pudore o altri motivi, non vogliono fare direttamente con veri esseri umani. "C'è da aspettarsi un proliferare di robot per tutti i gusti: molti troveranno eccitante la sperimentazione di forme di erotismo estremo con i sex toys, e forse per questo saranno considerati dei deviati", dice Levy. Concorda Monica Maggi, esperta di cultura sessuale e transgender: "La robotica sessuale è o sarà richiesta anche per varcare nuove frontiere. Penso, per esempio, a un maschio che decide di regalare alla sua compagna un'esperienza lesbica, o magari di provare un ménage à trois con un altro maschio o un'altra femmina, oppure di testare il sesso di gruppo e le 'gang band' con diversi androidi. E sempre senza strascichi sentimentali, senza gelosie e senza paura di portarsi in casa dei rivali".

Tutto questo, naturalmente, finché l'androide resta un dispositivo tecnologicamente 'basic', cioè privo di pensiero e di volontà autonoma. Ma "entro il 2020", come profetizza il futurologo inglese Ian Pearson "l'evoluzione dell'intelligenza artificiale porterà i robot ad avere un inizio di coscienza". A quel punto si porranno nuove e più delicate questioni, che attraversano campi che vanno dalla psicologia alla roboetica. E un giorno magari il sexy robot, capace di avere gusti propri, potrà perfino darci il due di picche.