di Marco Ratti
Dirigenti e manager addio: le imprese assumono solo cassieri, muratori e cuochi. Ecco lo studio choc sul mercato del lavoro
Infermieri di un reparto di malattie infettive
Per trovare un posto come guide turistiche ci vorrà una fortuna sfacciata quest'anno. Le aziende che operano nel settore, infatti, sono intenzionate ad assumerne solo una cinquantina. Ma anche chi aspira a livelli manageriali, e ha studiato sodo per poterci arrivare, potrebbe trovare grosse difficoltà. In tutta Italia servirà solo qualche decina di dirigenti nell'area ricerca e sviluppo, in quella del personale e delle relazioni industriali. E passando alle maestre elementari, ai fotografi e agli scrittori, la musica non cambia: non più di qualche centinaio di opportunità per ognuna di queste professioni. Tutt'altra storia, invece, per gli addetti alle vendite, le commesse e i cassieri di negozio, che con oltre 70 mila assunzioni previste mettono a segno il record assoluto. E ancora: tutti quei cartelli che si incontrano spesso fuori dai pub che recitano 'cercasi personale' significheranno pure qualcosa? Certo che sì: al secondo posto ci stanno proprio loro, camerieri, baristi e operatori di mensa (circa 50 mila). A seguire, sempre nell'ordine di qualche decina di migliaia di richieste, addetti alle pulizie, muratori, persone che si occupano del carico e dello scarico delle merci, conducenti di autocarri pesanti e camion, tecnici dell'amministrazione e della contabilità e segretarie.

C'erano una volta gli italiani, popolo di poeti, santi e navigatori. Adesso invece sembra che ci sia rimasto posto solo per cassiere, manovali e camerieri: lavori che spesso attirano più gli extracomunitari che non i nativi. Anche se le eccezioni non mancano: quello delle professioni è un mondo dai mille colori e dalle infinite sfumature. A comporre questo mosaico, come ogni anno, ci ha provato l'indagine 'Excelsior' realizzata da Unioncamere e ministero del Lavoro. Si tratta dello studio più significativo del settore: sono state sentite 100 mila aziende private di tutti i comparti con almeno un dipendente, pari al 10 per cento del totale. E i risultati sono sorprendenti. Nel 2006 le aziende del settore privato, escluse quelle che operano nel campo dell'agricoltura, hanno dichiarato di essere pronte ad assumere 695.770 persone. Le uscite, invece, saranno 596.570. Sottraendo i due valori, quindi, scopriamo che ci saranno circa 100 mila nuovi posti di lavoro. A crescere, suddividendo i dati per le dimensioni delle società, saranno soprattutto le aziende piccolissime: il tasso di variazione per le aziende che non hanno più di nove dipendenti è di più 3,1 per cento, mentre quelle medio-grandi, cioè sopra i 250 dipendenti, dovrebbero registrare una contrazione dello 0,4.

Addentrandoci nelle macroaree si iniziano a scoprire cose interessanti. E, per alcuni versi, anche preoccupanti. A crescere di più saranno le professioni relative alle vendite e ai servizi per le famiglie, per le quali sono previste 171.530 assunzioni, ben il 34 per cento in più rispetto ad appena due anni fa. Tra queste, giusto per fare qualche esempio, è compreso chi lavora nei negozi, nei servizi sanitari o in quelli al pubblico. L'espansione è legata soprattutto al terziario, innanzi tutto alla filiera del turismo, dove tra alberghi, ristoranti e servizi turistici veri e propri sono previsti 13.600 occupati in più. Un buon risultato, ma che forse dovrebbe portarsene dietro altri. "Continuiamo a guardare con grande attenzione alla formazione dei livelli esecutivi legati all'industria turistica, ma non ci poniamo il problema di creare grandi manager del turismo che sarebbero l'unica risposta seria alla crescita del territorio", dice il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello. Altro tassello centrale nell'aumento di posti di lavoro è l'importanza sempre maggiore data alle funzioni di vendita. Un fenomeno che Francesco Daveri, professore di economia politica all'Università di Parma, spiega così: "In periodi di crisi la torta da spartirsi è più piccola e serve essere aggressivi per avere fette più grandi di torte sempre più piccole". In crescita, ma in modo più contenuto, anche le professioni esecutive riguardanti l'amministrazione e la gestione, come i ragionieri e gli addetti alla contabilità. Per gli operai specializzati, quelli che lavorano in modo più artigianale e senza un alto livello di automazione, la tendenza è al calo di posti. Abbastanza stabile, invece, il settore dei conduttori di impianti e assemblatori, come quelli che lavorano nelle catene di montaggio.
Fin qui tutto nella norma, pare. Perché, allora, preoccuparsi? Di motivi ce sono tre. E, per la precisione, si chiamano dirigenti e direttori, professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione e professioni tecniche. Sono queste le così dette 'high skill', i profili più alti nel panorama lavorativo. E sono queste, soprattutto, a perdere punti su punti da qualche anno a questa parte. Nel 2004 rappresentavano il 17,9 per cento di tutte le assunzioni; nel 2005 il 16,9; quest'anno il 15,9. E nel 2007 si passerà al 14,9. Una cosa è certa: si tratta dell'ossatura economica che può spingere le nostre aziende verso una maggiore competitività. Nel 2007, quindi? Secondo Unioncamere negli ultimi anni le imprese hanno dovuto ristrutturare pesantemente i vertici per affrontare la scarsa crescita economica del Paese e hanno investito troppo poco in capitale umano. Si tratta di un fenomeno, sembra di capire, legato alla congiuntura e che potrebbe cambiare direzione di marcia con la ripresa della crescita economica. Inoltre, non tutti concordano nel considerare la riduzione nella richiesta di lavori di alto livello come totalmente negativa. Come il professor Daveri: "Non ci sono professioni più augurabili di altre. Se ci si specializzerà nel prodotti del made in Italy, come è probabile, non ci saranno molti posti per ingegneri o scienziati in ricerca e sviluppo, ma se siamo più bravi rispetto agli altri in questo, dobbiamo tenere questi posti di lavoro e considerarli benedetti". Comunque, Daveri pensa che in futuro ci sarà sempre più spazio, tra l'altro, per laureati in economia, finanza, contabilità e marketing.

Secondo Manageritalia, invece, il numero di dirigenti è in crescita. La diversità con le cifre proposte da Unioncamere si spiega con il fatto che la federazione nazionale ha preso in considerazione solo i dirigenti del terziario avanzato nell'impresa privata. Una differenza non da poco, come spiega il presidente Claudio Pasini: "Bisogna considerare che nell'industria la maggiore richiesta riguarda professioni di basso profilo. Inoltre, il peso in 'Excelsior' della piccola e piccolissima impresa è preponderante ed è per questo che a loro risulta una diminuzione dei manager".

Chiarito questo, vediamo i numeri sfornati dalla federazione: dal 1995 al 2005 i dirigenti in servizio sono aumentati del 35,5 per cento e il numero delle aziende che ricorrono a questa figura professionale è cresciuto del 35 per cento. "Stiamo assistendo a una crescita del terziario, che ormai prende i due terzi dell'occupazione e ha sostituito l'industria nella crescita del Paese", continua Pasini. Il presidente parla poi dell'indagine Manageritalia-Cfmt (Centro di formazione manageriale del terziario), che l'anno scorso ha sentito una cinquantina di esperti del settore chiedendo come cambierà il mondo del lavoro da qui al 2007. Ecco cosa ne esce. "Le professioni in crescita saranno quelle più qualificate e tecnicizzate, quelle legate alla cura della persona e quelle di front-line, cioè quelle che hanno un rapporto diretto con il cliente. Cresceranno meno, invece, le occupazioni meno qualificate, come calzolai e riparatori di telefonini". Scorrendo l'indagine si scopre che nell'elenco delle professioni in aumento nei prossimi anni ci sono anche i 'fund raiser', cioè quelli specializzati nella ricerca di fondi, i 'cacciatori di tendenze', in particolare nei settori della moda e del design, gli addetti ai servizi di collocamento, di avvio al lavoro e quelle legate alla formazione.

Secondo 'Excelsior', gli addetti alle vendite, commessi e cassieri di negozio, lo abbiamo già visto, sono i più ricercati in termini assoluti. Ma per il futuro conta, e molto, la variazione rispetto agli anni precedenti. In questo caso la performance è buona, circa un più 20 per cento tra il 2004 e il 2006, ma ci sono mestieri che crescono molto di più. Come camerieri, baristi e operatori di mensa, che sono cresciuti del 38 per cento nell'ultimo anno e del 68 per cento rispetto al 2004. Oppure i cuochi, non a caso una professione legata al mondo del turismo: ne servono 16.450, il 69 per cento in più di un paio di anni fa. La palma della migliore prestazione in termini percentuali spetta agli insegnanti di sostegno specializzati: più 385 per cento rispetto al 2004. Una crescita sostenuta, dunque, ma meno importante di altre visto che in termini assoluti ne serviranno 3.620. Significa qualcosa in più l'aumento di richieste per agenti di vendita, rappresentanti di commercio e venditori tecnici, che quest'anno, toccando quota 12.160, aumenteranno del 143 per cento. Dal confronto con il 2005, però, l'aumento non raggiunge neppure il 10 per cento. Altre professioni che hanno segnato aumenti sopra il 30per cento dal 2004 a oggi sono i farmacisti, gli operatori di Office, gli ingegneri civili, i tecnici di ingegneria meccanica, i tecnici amministrativi, gli assistenti socio-sanitari inseriti in istituzioni, i chimici e gli addetti ai call center.
Passando ai bilanci in rosso, quelli con trend negativi, troviamo i muratori. È vero che saranno tanti quelli a essere assunti, più di 30 mila. Ma è vero anche che saranno quasi l'11 per cento in meno rispetto al 2004. Un dato che potrebbe essere letto anche in un altro modo, visto che il confronto con il 2005 segna un più 15,5 per cento. Più marcato e costante nel biennio il calo degli impiegati addetti alla contabilità: meno 28,5 per cento dal 2004, meno 7 dall'anno scorso. Per un totale di 13.270 assunzioni previste entro dicembre. Stesso discorso per manovali industriali e addetti all'assemblaggio elementare, diminuiti di oltre il 25 per cento. A svettare incontrastati nella classifica sono dirigenti e direttori. Ne serviranno pochi, solo 1.690 in tutta Italia, e meno degli anni passati: meno 37,9 per cento confrontando i dati con il 2004, meno 33,7 confrontandoli con il 2005. Scavando nei dati di Manageritalia, riferiti solo al terziario, si scopre anche che i dirigenti sono mosche bianche al Sud. Un fatto che preoccupa il presidente Pasini: "Sotto Roma, tra i nostri 20 mila associati ne troviamo 500. Si tratta di una carenza che rischia di ostacolare lo sviluppo economico".

A impensiere la categoria, tornando ai dati 'Excelsior', c'è anche la scarsa presenza delle donne. Nel 49,2 per cento dei casi gli imprenditori ritengono che per ricoprire il ruolo di dirigente o direttore sia più adatto un uomo e solo nel 6,2 per cento dei casi una donna (per il resto non ci sono preferenze). Peggio fanno solo gli operai specializzati, che cercano uomini nell'85 per cento dei casi. Qui, forse, si tratta di una scelta obbligata: quante donne vorrebbero lavorare come muratore, carpentiere o saldatore? Fatto sta che sulle otto aree professionali prese in considerazione, solo due richiedono più donne che uomini: le professioni esecutive relative all'amministrazione e gestione (35 per cento) e quelle riguardanti le vendite e i servizi per le famiglie (28,7). Più in dettaglio, si preferiscono donne in oltre il 50 per cento dei casi quando si cercano maestre di nido e materna, cucitori, ricamatori, centralinisti, specialisti legali, segretarie, professioni legate alla lavanderia, sarti e addetti alle pulizie.

Una situazione che sarà difficile da cambiare. Dice Daveri: "Sarà un processo graduale, ma sono ottimista. Alle imprese non conviene discriminare delle persone molto in gamba". Oltre la difficoltà di trovare lavoro in determinati settori, dall'indagine emerge la fatica delle imprese quando cercano alcune categorie di lavoratori. Limitandoci alle professioni più richieste in termini assoluti, ben quattro sono considerate 'di difficile reperimento' in oltre la metà dei casi: parrucchieri, barbieri ed estetiste, addetti alla costruzione e riparazione di utensili e prodotti metallici, carpentieri in legno e falegnami, ebanisti e costruttori di mobili e altri articoli in legno. Nulla, comunque, rispetto alle difficoltà che dovrà affrontare chi va alla ricerca di stenografi e dattilografi, infermieri professionali, tecnici paramedici e pellicciai, di difficile reperimento in più del 70 per cento dei casi.

I lavori più richiesti del 2006
(valori assoluti)

Professione - Assunzioni previste - Difficili da trovare (% su totale)

Addetti alle vendite, commessi e cassieri di negozio 70.730 24,7

Camerieri, baristi, operatori di mensa e assimilati 50.600 25,9

Addetti alle pulizie 40.240 20,6

Addetti all'edilizia: muratori 30.630 39,2

Addetti al carico / scarico delle merci 28.690 17,9

Conducenti di autocarri pesanti e camion 25.600 29

Tecnici dell'amministrazione, della contabilità e affini 20.900 18

Addetti alla segreteria 16.850 13,8

Cuochi e affini 16.450 37,1

Manovali nel settore delle costruzioni edili 13.560 28,3

Assistenti socio-sanitari presso istituzioni 13.420 39,8

Impiegati addetti alla contabilità 13.270 9,3

Addetti alla reception, alle informazioni e ai call center 12.600 22,1

Agenti di vendita, rappresentanti di commercio e venditori tecnici 12.160 26,1

Installatori di tubazioni e idraulici 12.010 48

Installatori impianti elettrici ed elettricisti 11.190 28

Parrucchieri, barbieri, estetiste e affini 10.660 51,3

Operatori di sportello 9.900 9

Addetti alle macchine utensili: metalli 8.740 37,4

Carpentieri in metallo 7.870 39,8

Meccanici e riparatori di macchinari agricoli o industriali 6.900 41,6

Manovali industriali e addetti all'assemblaggio elementare 6.540 18,9

Addetti alla costruzione e riparazione utensili e prodotti metallici 6.290 50,8

Carpentieri in legno e affini 6.140 51,2

Addetti alle linee, macchine e assemblatori (nac)* 6.060 15,9

Assemblatori di macchinari meccanici 5.990 29,8

Falegnami, ebanisti e costruttori mobili e altri articoli in legno 5.860 58,3

Conduttori di macchine per movimento terra e affini 5.760 47,8

Impiegati addetti alla gestione del magazzino 5.670 15,5

Conducenti di autobus e tram 5.630 26,7


* Non classificato altrove

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2006