Ritirate le deleghe dell'Assessorato alla Cultura. «Mancanza di rispetto per la Giunta e dei cittadini
e quindi rottura del rapporto di fiducia». Rimpasto?

Milano - Terremoto in giunta. Il sindaco Letizia Moratti licenzia Vittorio Sgarbi nel giorno del suo compleanno e si riprende le deleghe alla Cultura. Adesso il minirimpasto si trasforma in qualcosa di molto più serio e la maggioranza entra in fibrillazione. Succede tutto nel giro di pochi minuti. Il sindaco, appena rientrato da una missione in Bulgaria, convoca Sgarbi a Palazzo Marino e gli comunica il licenziamento.

 

LE CAUSE - I motivi? Mancanza di rispetto nei confronti della giunta, mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, mancanza di lealtà nei confronti della stessa Moratti. Il sindaco prende a pretesto gli ultimi due episodi di una lunga serie che hanno visto contrapposti i due contendenti. La delibera «truccata» con cui è stato dato il patrocinio a una rassegna di teatro omosessuale all'insaputa dei colleghi di giunta e le sparate dell'assessore nell'ultima puntata di Annozero, quando il critico d'arte ha riempito di parolacce il giornalista Marco Travaglio. Ma in realtà si tratta solo delle due ultime gocce che hanno fatto traboccare il vaso.

LA NOTA - «Rilevato che l'assessore Vittorio Sgarbi ha assunto in varie occasioni, anche pubbliche, un atteggiamento non consono ai doveri di pubblico amministratore — recita l'atto di revoca firmato dal sindaco — e considerato inoltre che lo stesso assessore ha tenuto comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del sindaco e della giunta incidendo negativamente sull'operato ed immagine di tali organi e creando un clima di tensione interno alla maggioranza politica; ritenuto che per i sopra esposti motivi è venuta meno la fiducia del sindaco nei confronti di Vittorio Sgarbi il sindaco dispone la revoca della nomina di Vittorio Sgarbi quale componente della giunta comunale e della connessa delega alla firma degli atti di competenza del Sindaco per le attività in materia di Cultura».

FUTURO - Che succederà adesso? Se lo chiede il centrosinistra con Marilena Adamo e Pierfrancesco Majorino: «Non vorremmo che l'assessore Sgarbi, con la sua gestione discutibile, abbia comunque offerto al sindaco l'opportunità di iniziare un piccolo valzer di poltrone, il tutto sulla testa dell'arte, della creatività, dello spettacolo. Insomma: al momento ci sembra un gesto privo di un'idea di governo della cultura. Ci auguriamo di non essere costretti in futuro a rimpiangere Vittorio Sgarbi ». Tutto dipenderà dalla Moratti. Ma è difficile credere che con l'Expo alle porte e con un carico di deleghe enormi, il sindaco si possa accollare anche l'onere della Cultura.

IL SOSTITUTO - Di nomi papabili ce ne sono tanti. A partire da Davide Rampello, presidente della Triennale, per continuare con Philippe Daverio, critico d'arte e già nella giunta dell'ex sindaco leghista Marco Formentini, o Stefano Zecchi già assessore nella giunta Albertini e in predicato di fare l'assessore con la stessa Moratti. Ma il sindaco sembra deciso a cercare una persona che abbia un profilo internazionale molto spiccato, anche perché nei prossimi anni gli occhi del mondo saranno puntati su Milano e sulla sua Expo.

LA MAGGIORANZA - Come reagirà la maggioranza del centrodestra? Scherza, ma non troppo la Lega: «Visto che ascrivevano Sgarbi alla Lega — attacca il capogruppo Matteo Salvini — e che nell'ultimo periodo Sgarbi si è molto leghistizzato prima con Calderoli e ieri a cantare Viva la Padania accanto a Bossi, crediamo di poter dire la nostra sul prossimo assessore ». Ma un freno arriva da Forza Italia: «Alla Cultura c'era un uomo indicato dal sindaco Moratti e noi rispettiamo la sua volontà. Così come abbiamo condiviso con il sindaco la decisione del "licenziamento", così condivideremo i profili e i criteri del prossimo candidato assessore ».

Maurizio Giannattasio

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