Primo faccia a faccia tra Veltroni e Berlusconi. Dopo i ripetuti appelli al dialogo, si è tenuto venerdì a palazzo Chigi l’incontro tra il neo premier e il capo dell’opposizione. Disgelo, dunque, ma non a tutti gradito. Durissima la reazione della Sinistra Arcobaleno, che non è più in Parlamento ma continua a governare con il Pd in molte amministrazioni locali: Franco Giordano glielo ricorda, spiegando che «potrebbe essere messa in serio pericolo la governabilità in moltissime amministrazioni locali». «Indifferente» l’Italia dei Valori: per Di Pietro «l'opposizione si fa in Parlamento, non fuori».



Soddisfatta invece la maggioranza: per Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, si è trattato di «un incontro coerente con la linea aperta al dialogo e al confronto avviata in Parlamento», mentre per il neo ministro per l'Attuazione del programma, Rotondi, Berlusconi e Veltroni sono due «innovatori, due leader ai quali piace sparigliare». Parla di «incontro positivo» anche Roberto Calderoli, per il quale «il nodo delle riforme è centrale e ineludibile».

In effetti, Veltroni ci tiene a precisare che quella tra lui e il premier non sarà mai «melassa», ma le dichiarazioni del dopo-incontro fanno intendere che non è andata malissimo. È lo stesso Berlusconi a dire che «si è avviato un confronto costruttivo: in un clima sereno e cordiale - si legge in una dichiarazione diffusa da palazzo Chigi - ci siamo confrontati apertamente sul grande tema delle riforme istituzionali e sui principali provvedimenti di programma del governo». E Veltroni spiega che «è normale che si cerchi la convergenza sulle regole del gioco e al tempo stesso ci sia il confronto più aspro e serrato necessario sui programmi».

Nel dettaglio, comunque, restano alcuni nodi da sciogliere: ad esempio, sulla soglia di sbarramento che prevederà la nuova legge elettorale. Gli azzurri la vorrebbero al 5% ma per il Pd non può andare oltre al 2-3%. Ma, come fa notare Massimo Donadi dell’Idv, sono anche molti altri i temi su cui lo scontro dovrà essere forte: «Non siamo duri contro le convergenze, vorremo solo capire con chi andare per fare cosa, siamo contro la concessione a Berlusconi di una cambiale in bianco: il premier e il leader del maggiore partito di opposizione cosa si dicono della Rai? Parleranno del duopolio, degli assetti di potere? Parleranno di Europa 7 e della penale che paghiamo ogni giorno finché non gli faremo spazio e manderemo Rete4 sul satellite? Una cosa è dialogo istituzionale e allora partecipano tutti, un' altra e l'incontro tra due partiti: ma non parliamo di dialogo».

 

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