di Emilio Minelli*
Ginnastica quotidiana, fitoterapia e tè verde: recuperare le antiche tradizioni mediche orientali si sta rivelando un approccio utile per combattere i disturbi alle ossa
È noto che l'età media della popolazione dei paesi industrializzati è in rapida crescita. Ma invecchiare vuole anche dire incontrare il dolore e, talvolta, incontrarlo senza la possibilità di uno speranzoso pensiero di una condizione di salute come quella precedente all'instaurarsi della malattia. È il caso dell'artrosi. Una malattia che interessa tutti senza distinzione di razza, sesso, censo: la prima causa di invalidità al mondo.

Le cause, molteplici, non sono del tutto chiare e non manca chi, per spiegare questa ampia diffusione, invoca lo stress gravitazionale, l'azione della forza di gravità che determina il sovraccarico articolare con una usura relativamente precoce delle cartilagini. Nel futuro, quindi, per l'artrosi potrebbero ipotizzarsi anziché soggiorni termali, soggiorni lunari che, riducendo il peso del corpo, potrebbero produrre sulle articolazioni vantaggi ben maggiori. Tuttavia, in attesa che la luna sia a disposizione, può valere la pena recuperare un approccio all'artrosi che dalla notte dei tempi si utilizza in Cina. Non una terapia, ma diverse.

L'agopuntura innanzitutto, di cui numerosi studi hanno dimostrato l'efficacia in questo settore, da sola, o associata ai consueti farmaci antinfiammatori di cui gli aghi consentono di ridurre i dosaggi e la frequenza di somministrazione. Un risparmio netto a livello dei non pochi e non piccoli effetti collaterali. In un approccio globale, tuttavia, non si può dimenticare il qigong, la ginnastica quotidiana, che non produce solo miglioramenti a livello articolare, ma anche benefici a livello dello stress, dell'umore, della funzionalità cardio-respiratoria e dell'assetto lipidico del sangue. E, infine, non può mancare la fitoterapia cinese. Tra i tanti fitoterapici, ve ne è uno che ci sembra particolarmente interessante: il tè verde.


La tradizione ci racconta che veniva utilizzato in grande quantità dai monaci come supporto alle lunghe ore di meditazione che comportavano, inevitabilmente, una tendenza al sonno, ma anche lunghe ore di immobilità, e quindi di sollecitazione articolare. In effetti, il tè verde ha dimostrato di possedere un'azione antinfiammatoria e analgesica grazie all'azione inibitoria della Cox-2, l'enzima che innesca la cascata infiammatoria delle prostaglandine. Insomma, un approccio integrato basato su qualche presidio medico e su cambiamenti dello stile di vita che fanno bene alle articolazioni, ma non solo.

*responsabile del Centro per le Medicine Complementari dell'Oms in Italia, Università di Milano